I numeri dicono che abbiamo fatto un punto in due partite. Il campo racconta di una gara splendidamente giocata. È la vita e la vita va così, è meglio saperlo
Il Napoli ha perso. Ed ha preso cinque gol nelle ultime due gare, nelle quali ha racimolato un punto su sei, pur essendosi ritrovato davanti in entrambe. Premettiamo la realtà dei numeri prima di iniziare a raccontare il dolce lato positivo nelle sconfitte – l’inversione di quest’ordine porta, specie dalle nostre parti, ad impreviste ramificazioni deliranti. Ha perso una gara splendidamente giocata per larghi tratti, preparata con certosina attenzione sul piano tattico, contro un avversario di grande valore. Il punto saliente è che tutto ciò non è bastato, nonostante l’applicazione costante ed ammirevole dei singoli ed una discreta dose di buona sorte nel tenere la gara in vita addirittura ribaltandola temporaneamente. Il Napoli ha vissuto la notte attraversandone intensamente ogni secondo ma uscendone superato e una delle lezioni da trarre è che esso ha in sé quanto può bastare sia a vincere che perdere questo campionato.
Quello che stiamo ammirando potrebbe essere la migliore squadra dell’epoca De Laurentiis, quanto meno per equilibrio, spirito e consapevolezza maturati, ma al calcio si gioca con degli esseri umani in buono stato di salute e quando se ne hanno la metà fuori condizione o infortunati l’evento smette di essere sfortuna per assumere il volto di una precisa conseguenza le cui cause vanno capite. Magari lasciando le prefiche della Coppa D’Africa al loro piagnisteo.
Fortunatamente alla guida di questo Napoli c’è un allenatore che ha dichiarato guerra all’alibi e al lamento, saprà trovare le parole giuste per la propria squadra. Immaginiamo non ci saranno né alberghi né teste alte né calendari. C’è solo la vita e lei va così, meglio saperlo.
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