Ancora a Sky. «Se voglio Lautaro al Chelsea? No, torno io all’Inter. Mai, mai e poi mai alla Juve. Inzaghi è un grande allenatore e un grande uomo»

Alle 13:30 sarà diffusa integralmente la lunga intervista che Sky Sport ha fatto a Romelu Lukaku, ex attaccante dell’Inter ora in forza al Chelsea. Intervista che ha suscitato la piccata reazione del tecnico dei Blues, Tuchel.
Allora: perché la scelta di andar via dall’Inter?
Il Chelsea è la mia squadra del cuore: sono cresciuto tifoso del Chelsea e ci sono cresciuto anche da calciatore. Nella mia testa, dopo l’esperienza negativa che ho vissuto quando avevo 18 anni, era rimasta quella sfida, la voglia di superare quella difficoltà. Quando ero all’Inter, dopo il primo anno, in estate, ho scelto di rifiutare un’offertona del Manchester City: era più alta di quella del Chelsea che poi ho accettato in estate. Rifiutai perché non era il momento: era il primo anno, non potevo lasciare l’Inter, i nerazzurri mi avevano salvato la carriera. Io ero dentro un tunnel a Manchester, stavo male. L’Inter ha puntato su di me e abbiamo fatto grandi cose.
E poi?
Poi, quando abbiamo vinto lo scudetto ho chiesto un rinnovo di contratto: io ho 28 anni, la mia famiglia si trovava molto bene lì a Milano, ho ancora l’appartamento. Però all’Inter non hanno voluto accontentarmi, mi hanno detto che non c’era la possibilità: per me, dopo uno scudetto, era difficile da accettare. Nella mia testa ci sono tre squadre nel calcio che sono il top assoluto: Barcellona, Real Madrid e Bayern Monaco. Anch’io sognavo di giocarci. Pensavo di fare la mia storia con l’Inter, e poi se ci fosse stata la possibilità – un giorno – di giocare per Barça, Real o Bayern ci sarei andato. Ma prima volevo il rinnovo. E non parlo solo di me, parlo di Lautaro, Barella, Bastoni, Skriniar, tutti quelli con cui sono cresciuto. Non è successo e quindi mi sono detto: se non succede, c’è solo una squadra in cui mi immagino, il Chelsea. Non pensavo di andarci, fino al momento in cui loro sono arrivati. Ho parlato con Inzaghi, si è comportato da vero uomo con me. Anche la società. Però non avere neanche una proposta di rinnovo mi ha fatto male.
E se Conte fosse rimasto sarebbe rimasto?
No, l’unica cosa era il rinnovo. Se l’Inter avesse accettato il rinnovo, non saremmo a Londra a parlare ma a Milano. In un altro momento storico e finanziario io sarei rimasto al 100%. Anche quando, dopo l’addio di Conte e Hakimi, si diffondevano i rumors sulle difficoltà della società, non ho detto niente di niente. Ho cercato di mantenere sempre un buon rapporto con la società, i tifosi e mister Inzaghi. Il mister mi ha chiamato subito dopo che la società lo ha annunciato ufficialmente: ha chiamato il capitano Handanovic e poi ha chiamato me. Io ero in un giro con gli amici. Inzaghi mi ha spiegato come voleva giocare con me: io lo conoscevo già, perché allenava mio fratello Jordan. Jordan mi ha sempre detto cose belle su di lui. Che ne penso? Abbiamo passato poco tempo insieme, ma è al top sia come allenatore che come rapporto umano.
Se ti chiamassero Juve e Milan?
Mai, mai, mai, mai, mai. La Juve ci provò, sì. Ma quando ho saputo che Conte sarebbe andato all’Inter, mi arrabbiai col mio procuratore: non volevo parlare con la Juve, in Italia c’era solo l’Inter per me. E’ sempre stato così. Ho parlato con loro perché non avevo ancora ricevuto l’offerta dell’Inter. Dissi allo United: “mai alla Juventus”. Se tornassi in Italia solo Inter.
Se gli manca Lautaro.
Sì che mi manca! Lauti era uno con cui non dovevo parlare troppo. Per lui, mi sarei ucciso in campo. Se lo vorrei qui al Chelsea? No, vorrei che restasse lì all’Inter, torno io da lui. Dal primo giorno in cui l’ho guardato, sapevo che avremmo fatto grandi cose. Ha un modo di giocare che per me era al top: ogni volta che ricevevo la palla, sapevo di avere a fianco uno che avrebbe ammazzato tutti. Lautaro è tra i migliori compagni che ho avuto. La top 3? Lautaro, De Bruyne e Hazard.