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Pancalli: «Quando sei giovane non ti tocca, ma quando si invecchia si diventa disabile»

Il presidente del comitato paralimpico a Il Giornale: «Tutti avremo problemi di mobilità: sulle scale, per scendere e salire da un marciapiede. Con luoghi più accessibili, si potrebbe invecchiare meglio»

Pancalli: «Quando sei giovane non ti tocca, ma quando si invecchia si diventa disabile»

Il Giornale intervista Luca Pancalli, presidente del comitato paralimpico italiano. Un grande atleta finito in carrozzina per la caduta in una gara di pentathlon moderno: lesione spinale e paralisi. Parla del mondo paralimpico.

«Al di là di grandi atleti e atlete, siamo tutti portatori sani di storie umane. Gente con forza di volontà e resilienza, termine di moda ora ma che conosciamo bene. Ragazzi che non si sono fermati di fronte a difficoltà di una vita che ti stoppa. Un insegnamento per tutti. E penso a Giulia Terzi: 10 giorni dopo aver vinto medaglie a Tokyo, si è laureata in giurisprudenza. C’è un livello molto alto di percorsi individuali. I ragazzi sono l’avamposto, dietro c’è tanto della famiglia, società sportive, volontari, tecnici».

Gli atleti che rappresenta non vogliono compassione, dice.

«Non vogliamo compassione, ma comprensione. Non commuovere ma smuovere le coscienze per aver uguali diritti. E certo rivoluzione: rivoluzionari sotto il profilo culturale».

Pancalli ha detto: invecchiando diventiamo tutti disabili. Spiega le sue parole.

«Il Paese sta invecchiando e tutti avremo problemi di mobilità. Sei giovane e non ti tocca, ma quando invecchi diventi disabile: sulle scale, per scendere e salire da un marciapiede, oltrepassare un ostacolo. Con luoghi più accessibili, si potrebbe invecchiare meglio. Lo vivo in prima persona. La politica dovrebbe pensare ad un welfare attivo che metta al centro lo sport. Investire sullo stile di vita significa risparmiare sui costi socio sanitari».

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