Alla Gazzetta. «Covid? C’è quasi più angoscia adesso: non eravamo preparati a rivivere questa stanchezza, il pensiero di stadi dimezzati, ogni giorno l’ansia del tampone»

«Nella Serie A di oggi se non provi a correre più dell’avversaria non vai lontano, e loro corrono tanto. Poi si lavora sull’aspetto tecnico e tattico, ma quella è la base: Juric gliel’ha data e si vede»
Mette in guardia i suoi compagni dell’Atalanta Matteo Pessina, visto che i bergamaschi affronteranno, tra qualche giorno, il Torino di Juric. Lo fa in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui racconta il suo 2021. Un 2021 di alti, altissimi (come la vittoria dell’Europeo) e qualche basso, sia con l’Italia che con l’Atalanta che ha perso recentemente due partite chiave con Roma e Villarreal.
«Il parallelo ci sta, anche se il rallentamento dell’Atalanta è stato più leggero ed è più facile rimediare: non ci aspetta un “dentro o fuori”»
Gli spareggi, appunto. Ci pensa, Pessina?
«Più di giorno, quando sono lucido. E mi sale la voglia di giocarle, quelle partite. Noi italiani, se c’è di mezzo il calcio, siamo così: prima una positività persino eccessiva per l’Europeo, adesso siamo diventati scarsi. Ma sappiamo chi siamo, cosa abbiamo fatto e che abbiamo un’ultima chance per qualificarci: è quello che ci scriviamo sul nostro gruppo whatsapp, ripostando foto e video di quel trionfo»
Sull’epidemia che tiene di nuovo sotto scacco il campionato.
«E chi se l’aspettava, quando è iniziata la campagna vaccinale? C’è quasi più angoscia adesso: non eravamo preparati a rivivere questa stanchezza, il pensiero di stadi dimezzati, ogni giorno l’ansia del tampone. Ma è più facile criticare da fuori che gestire una situazione del genere, più grande di tutti noi. Possiamo solo attenerci alle regole, che ci sono: e se lo facessimo tutti, ne usciremmo più facilmente».