A Sette: «Non credo esista un posto più feroce di Roma Nord. Chi è cresciuto lì, ha fatto il Vietnam. Ma è un mondo anche tremendamente delicato e crepuscolare»

Su Sette un’intervista a Pietro Castellitto, figlio di Sergio. Ha interpretato Francesco Totti nella serie tv di Sky “Speravo de mori’ prima”. Racconta la sua esperienza scolastica. Travagliata: fu cacciato dal liceo Montessori.
«Cacciato per aver sputato nel diario di una compagna. Lei mi tirò il cancellino sullo zaino, io le presi il diario, non sapendo ancora quanto fosse importante il diario per le ragazze».
Fu convocato in presidenza:
«Trovo preside, vicepreside e professori in semicerchio. Nego di essere stato io, ma guardando molti crime mi prende la paranoia che possano fare il test del dna dello sputo, quindi preciso: “Io però quel diario l’ho toccato”».
Poi il cambio scuola e nuovi guai. Era un ragazzo turbolento, racconta. Di ciò che combinava a scuola i genitori hanno saputo soltanto ciò che gli raccontavano i professori.
Racconta la sua infanzia a Roma Nord.
«Non credo esista un posto più feroce. Chi è cresciuto a Roma Nord, ha fatto il Vietnam. Ma è un mondo anche tremendamente delicato e crepuscolare. Un mondo dove i valori basilari dell’esistenza — voglia di potenza, di bellezza, di soldi e successo — sono ancora in voga. Dinamiche indicate come negative dal mio mondo di provenienza e da buona parte della società civile».
Quando ha capito di essere figlio di Sergio Castellitto?
«Il giorno che in televisione Raffaella Carrà dice: “Abbiamo qui Sergio Castellitto, il più grande attore italiano”».
Quando di Margaret Mazzantini?
«Quando vince il premio Strega. Io la stavo guardando da casa. La chiamo e lei mi risponde. In quel momento vedo mia madre in televisione che parla al telefono con me».
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