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Quando Peppino Prisco promise: «Prima di morire diventerò milanista, così ce ne sarà uno in meno»

Bellissimo il ricordo su Il Giornale: «Il giorno della sentenza per la lattina in campo, basata sul suo ricorso, è la data di nascita dell’interismo»

Quando Peppino Prisco promise: «Prima di morire diventerò milanista, così ce ne sarà uno in meno»
Peppino Prisco

Claudio De Carli, su Il Giornale, scrive un bellissimo ricordo di Peppino Prisco. Tanti gli aneddoti relativi all’avvocato, grande tifoso dell’Inter.

Da piccolo il padre gli aveva nascosto l’esistenza di altre squadre a parte l’Inter.

Da piccolo gli aveva addirittura nascosto l’esistenza di altre squadre, a Milano ce ne sono solo due, l’Inter e la Primavera dell’Inter“.

A soli 18 anni si arruolò nella Giulia, andò in guerra come tenente sul fronte russo. Era il 1942.

“Ogni settimana si fa mandare un chilo di tabacco che poi distribuisce ai sottoposti, si salvano quando trovano un corridoio invisibile fra le maglie dell’Armata Rossa, una ritirata di quasi 400 chilometri nel gelo, da leggenda”.

Le foto di famiglia, e non solo, sulla scrivania. Come raccontava lui stesso.

Avevo la foto dei miei sopra la scrivania nell’ufficio di via Podgora, poi l’ho tolta e ho messo quella di Ronaldo sperando che loro capissero, e poi un fratello morto di meningite, ho sempre detto che l’avevamo presa tutti e due, di quella si muore o si resta scemi, e io non sono morto”.

Diceva:

“Se stringo lamano a un milanista poi me la lavo, se a uno juventino mi conto le dita”.

Visse l’Inter di Angelo Moratti, che gli dava del tu. Quando diventò presidente dell’ordine degli avvocati milanesi, Moratti gli disse che da quel momento avrebbe dovuto dargli anche lui del lei. E Prisco rispose: “Mi scusi, ma vuole prendere le distanze?“.

Al Liceo (il Berchet), collezionò 25 sospensioni. Nel ’48, a 27 anni, diventò socio dell’Inter e nel giro di un anno entrò nel direttivo.

“Quando subentra Moratti è il portavoce della squadra nei dopopartita perché Helenio Herrera prende troppe multe e a pagarle è il presidente. Il Mago lo rispetta ma con prudenza, un giorno vede Jair che si fa il segno della croce prima della partita e chiede a Helenio di che religione fosse il brasiliano, la stessa della mia, gli risponde, quella dei soldi! Incassa, ma non gli è piaciuta”.

È rimasto storico il ricorso presentato per la lattina finita in campo contro il Moenchengladbach, quando la polizia arrestò Manfred Kirsten.

Il giorno di quella sentenza è ufficialmente la data della nascita dell’interismo. Socio, segretario, consigliere e vicepresidente dell’Inter, invidiato dai milanisti: Loro hanno un Prisco, noi no”.

Bellissima la promessa che aveva fatto a se stesso, che il quotidiano ricorda.

Aveva fatto una promessa a se stesso, un istante prima di lasciare la terra sarebbe diventato milanista, così, giusto per averne uno in meno. Se ne è andato una notte del dicembre del 2001, il dodici, e ha colto tutti impreparati al dolore, anche quelli che non hanno mai fatto gli alpini, che non tifano Inter e non hanno mai messo piede in un palazzo di Giustizia. E non è confermato che sia riuscito a mantenere la sua promessa”.

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