Su The Economist una ricerca dell’Università di Reading sugli effetti del Long Covid tra i calciatori d’élite. Un dato preoccupante

L’Economist riprende una recente ricerca condotta da tre economisti dell’Università di Reading sugli effetti del Long Covid sugli atleti professionisti. Qualche settimana fa ne scrisse anche la Sueddeutsche.
Nella ricerca si cita il caso dell’attaccante della Juventus, Paulo Dybala, che, nel marzo 2020, raccontò:
«Dopo cinque minuti di movimento ho dovuto fermarmi perché facevo fatica a respirare».
Si tratta di un’esperienza molto comune a chi ha avuto a che fare con il Covid, anche tra gli atleti impegnati nello sport professionistico di livello più alto. Gli effetti durano anche molti mesi.
I ricercatori sono stati in grado di identificare il 90% dei 257 casi positivi segnalati nella Bundesliga tedesca e nella Serie A italiana fino a luglio 2021. Li hanno combinati con i dati Opta relativi alla misurazione delle prestazioni come i minuti giocati, la corsa a distanza e i passaggi completati. Hanno rilevato che nei calciatori che avevano contratto il Covid si verificava, dopo la guarigione, un calo del 9% nei minuti giocati e del 6% nei passaggi completati. Dati che non sono tornati alla normalità se non mesi dopo.
In particolare, i ricercatori hanno utilizzato una misurazione grafica che mostra che gli effetti sui minuti giocati durano almeno fino a 75 giorni dopo il momento in cui si è contratto il virus, mentre gli effetti sul numero di passaggi completati durano fino a quattro mesi dopo la guarigione.
“Le probabilità di recupero dal Covid sono a favore dei calciatori, che sono giovani, in forma e in grado di ottenere cure mediche di livello mondiale. Gli incentivi a recuperare pienamente sono molto più grandi che per il cittadino comune. La ricerca sul Long Covid sta ancora progredendo. Ma il fatto che possa indugiare anche nel gioco professionale è un segno preoccupante“.