A Sportweek: «Mi scelse alla Roma perché ero più curioso di lui. La finale di Coppa Italia contro la Lazio? La persero Totti, De Rossi e Balzaretti, non io»

Nell’intervista rilasciata a Sportweek, il tecnico dell’Empoli, Aurelio Andreazzoli, parla anche di Luciano Spalletti e della sua esperienza alla Roma, prima come vice e poi come allenatore. A Spalletti riconosce il merito di averlo introdotto in Serie A.
«A un certo punto della carriera ho conosciuto Luciano Spalletti, che mi ha aperto un mondo al quale non so se ci sarei arrivato da solo. Quello della Serie A e di un calcio sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Luciano è di una curiosità esagerata. Mi chiamò perché io ero più curioso di lui e mi portò a Roma, dove sono rimasto per dodici anni come collaboratore tecnico dei vari allenatori che si sono dati il cambio in panchina».
Nel 2013 subentrò sulla panchina giallorossa dopo l’esonero di Zeman. In quattro mesi la squadra arrivò davanti alla Lazio, partendo da 9 punti di distacco. La riconferma sarebbe scattata automaticamente, ma Andreazzoli perse la finale di Coppa Italia contro la Lazio, per giunta all’Olimpico. Un mese dopo arrivò Garcia.
«Ma dire che l’avevo persa io, significherebbe che l’allenatore è più importante dei giocatori, e non è così. In quella squadra c’erano Totti, De Rossi, Balzaretti: la finale la persero loro. Insomma, con Garcia ritorno al mio vecchio ruolo di allenatore in caso di bisogno. A un certo punto mi stancai di non allenare e dissi: basta, torno a casa e smetto».