Su Repubblica. Un tennista capace, dopo le lacrime, di ritrovare la serenità e di capire che le pozzanghere sono solo capitomboli e non condanne per l’eternità

Matteo Berrettini semifinalista agli Australian Open. Emanuela Audisio, su Repubblica, ne scrive così:
perché l’Italia non guarda da questa parte del campo? A questa First Dance? Perché non impara a crescere, a costruirsi, a diventare solida come Matteo Berrettini? Invece di litigare, distrarsi, annullarsi.
questo esemplare con la racchetta capace dopo le lacrime di ritrovare la serenità e di capire che le pozzanghere sono solo capitomboli e non condanne per l’eternità.
Guardi non a questo successo, non alle quasi quattro ore di battaglia, primo italiano di sempre in semifinale a Melbourne, ma a quello che c’è dietro a un ragazzo normale che ha vissuto il nostro tempo (pandemia) e che in Italia appena due mesi fa alle Atp Finals ha dovuto abbandonare il sogno per una fitta profonda al muscolo addominale.