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Bernardeschi: «Da piccolo sognavo tutte le notti un tunnel. In fondo, c’era una luce bianca pazzesca»

A Dazn. «Alla Juve diversi momenti difficili. Nella vita ci sono periodi di flessione. Quando risali, però, poi è cento volte più bello»

Bernardeschi: «Da piccolo sognavo tutte le notti un tunnel. In fondo, c’era una luce bianca pazzesca»
Mg Torino 05/12/2021 - campionato di calcio serie A / Juventus-Genoa / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Federico Bernardeschi-Goran Pandev

Il centrocampista della Juve e della Nazionale Federico Bernardeschi si è raccontato a DAZN oltre il calcio. L’ha fatta con un’intervista esclusiva basata su un’unica regola: parlare meno possibile di calcio.

Cosa c’è, oltre al calcio, nella vita di Bernardeschi?

A dire la verità: nella mia vita ho scoperto piano piano che ho sempre dato poco peso alle cose materiali. La mia coperta di Linus è la famiglia, magari è scontato ma lo è. Stare con le donne in casa è molto meglio: le donne sono molto più avanti degli uomini.  Sono orgogliosamente padre: cerco di dedicare molto tempo ai miei figli quando non lavoro. Provo a donare amore. L’amore è il motore del mondo. Ogni tanto faccio danni, ma è quello che provo a fare. 

…e se c’è da sgarrare la dieta?

Ho una passione per la liquirizia…e per la pasta. Soprattutto la cacio e pepe. Nel lockdown ho imparato a cucinare: dolci, pasta. Ho fatto persino la paella.

Da piccolo, Bernardeschi faceva un sogno ricorrente.

Avevo otto anni. Non mi accorgevo di stancarmi. Sognavo questo tunnel, in fondo c’era una luce bianca pazzesca. Ho sempre immaginato che quello fosse il posto dove arrivare per veder ripagati tutti i sacrifici che stavo facendo. 

Sulla qualificazione dell’Italia ai Mondiali.

A Marzo abbiamo da fare il nostro lavoro. Abbiamo bisogno di tutti gli italiani com’è stato questa estate. Dobbiamo necessariamente andare ai Mondiali.

Sulla Juve.

Ho passato momenti molto difficili qui alla Juve. Non rimpiango nulla: sono momenti che mi sono serviti tantissimo. Mi hanno fatto crescere. La mia carriera è sempre stato un salire. A un certo punto c’è un momento che vai giù. Per forza. Nella vita ci sono momenti di flessione: devono far riflettere, per permettere di individuare gli errori. Propri e degli altri. E per interrogarsi sulle modalità giuste per risalire. Quando risali poi è cento volte più bello.

Ora come ti senti?

Ora sono risalito. Con l’Europeo ho chiuso un cerchio del mio viaggio. Il 2021 per me è stato un anno meraviglioso: ho vinto due trofei con la Juve, ho vinto un Europeo con la Nazionale, è nata mia figlia, mi sono sposato. Non posso lamentarmi: ringrazio i momenti difficili. Elencando queste cose sembra un anno pazzesco, invece ci sono stati momenti difficili. Il 2021 è l’anno dell’equilibrio, l’anno in cui ho trovato definitivamente l’equilibrio. 

Il viaggio della tua vita?

Il viaggio più bello è quello di domani. Per ora, comunque, il Safari in Africa. Lì si capisce quanto nella natura sei piccolo. Abbiamo questa grande forza che è l’intelletto. Dovessimo giocarcela con gli altri animali sulla forza, perderemmo. In Africa ti rendi conto di come funziona il mondo. È un posto straordinario, quando torni ti viene davvero il mal d’Africa. 

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