“Si tratta solo di soldi. Migliaia di persone sono morte. Non lo guarderò, non me ne frega niente”
Eric Cantona non ha intenzione di guardare i prossimi Mondiali in Qatar. Non gliene frega niente, ha detto in un’intervista al Daily Mail: “Per me non è un vero Mondiale. Negli ultimi decenni, ci sono stati molti eventi come i Giochi Olimpici o i Mondiali in paesi che stanno emergendo, come in Russia o in Cina. Ma il Qatar, non è il paese del calcio. Non sono contrario all’idea di ospitare una Coppa del Mondo in un paese dove c’è la possibilità di sviluppare e promuovere il calcio, come in Sud Africa o negli Stati Uniti negli anni ’90”. Ma per l’iconico ex attaccante del Manchester United (ora attore, tra le altre cose) è una questione di diritti umani.
Più di 6.500 lavoratori migranti sono morti durante la costruzione delle infrastrutture, delle strade e degli stadi sulla sabbia del deserto.
“In effetti – dice Cantona – ora negli Stati Uniti lo sport più in crescita è il calcio. Ma in Qatar la verità è che non esiste un potenziale del genere. Non c’è niente. Si tratta solo di soldi. Si tratta solo di soldi e del modo in cui hanno trattato le persone che hanno costruito gli stadi, è orribile. Migliaia di persone sono morte”.
“Personalmente, non lo guarderò. Capisco che il calcio sia un affare. Ma penso anche che fosse l’unico posto dove tutti potessero avere una possibilità. E penso ancora che giovani giocatori possano crescere zone molto povere del mondo. La maggior parte dei giocatori proviene da zone povere. Diventano calciatori e hanno la possibilità di salvare se stessi e salvare le loro famiglie, il che è fantastico. E se sei bravo, sei bravo. È una meritocrazia: se sei migliore di un altro, giocherai ed è giusto. Ed è per questo che per me è ancora più sorprendente che possiamo organizzare una Coppa del Mondo in Qatar”.
