Al CorSport: «C’è un club che, legittimamente, fa delle scelte per far tornare i conti e poi c’è un giocatore che ne deve fare altre. Per Lorenzo è una scelta di vita»

A pochi giorni da Juve-Napoli, il Corriere dello Sport intervista Ciro Ferrara, ex di entrambe le squadre, oggi commentatore a Dazn. Una partita che nessuna delle due squadre può perdere, dice.
«Stavolta è una partita strana: nessuno può permettersi di perderla e persino il pareggio rischia di essere un risultato deprezzabile, in chiave scudetto».
Commenta anche la questione Insigne-Toronto.
«Lorenzo lo conosco da fanciullo, l’ho allenato nell’Under 21, so quanto sia serio. E so che, qualsiasi cosa accada, lui darà tutto quello che ha in questi prossimi cinque mesi. Potrà sbagliare una partita, anche due, ma rientrerà nell’ordine naturale delle cose».
Ferrara soprattutto non vuole che il capitano venga considerato un traditore.
«Riportiamo le questioni nella loro giusta dimensione: c’è una società che, legittimamente, fa delle scelte, guidata da un imprenditore che deve pur far tornare i conti; e poi c’è un giocatore che ne deve fare altre, ha trentuno anni, è un manager di se stesso».
Il trasferimento di Insigne non ha soltanto motivazioni economiche.
«Ci sono altre motivazioni: la scelta di vita, il desiderio di rimettersi in gioco, la possibilità che i figli crescano imparando le lingue e conoscendo il mondo. È un cambio di vita totale. E comunque, quando è finita, non c’è ragione di trovare colpevoli o di fare del moralismo spicciolo: Lorenzo ha dato e ricevuto e il Napoli anche. Poi, ci sono stati, suppongo, quei silenzi che sono stati decisivi per allontanarsi. Ma nessuno dia lezioni».