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Garanzini: la Serie A ascolti Draghi. Uno stadio vuoto è triste, ma un ospedale pieno è angoscia pura 

Su La Stampa. Il calcio è uno dei piaceri più veri del nostro tempo libero, non della nostra vita. A differenza delle vite umane, morto un calendario se ne fa un altro

Garanzini: la Serie A ascolti Draghi. Uno stadio vuoto è triste, ma un ospedale pieno è angoscia pura 
Bologna 06/01/2022 - campionato di calcio serie A / Bologna-Inter / foto Image Sport nella foto: stadio Dall'Ara

“È un’entrata a gamba tesa quella di Mario Draghi. Ma la voglio vedere la Lega (Calcio) ad invocare il Var”.

Lo scrive, su La Stampa, Gigi Garanzini a proposito della richiesta di Draghi a Gravina, ieri, quando ha paventato l’ipotesi degli stadi a porte chiuse. Una cosa è fare la voce grossa con i piccoli club e le Asl, un’altra è opporsi al capo del Governo, scrive Garanzini. Che sposa totalmente la linea del Premier.

“Ci si può chiedere, eccome, perché gli stadi chiusi e le scuole aperte. Ma qui, nella ridotta del pallone, sconfinare saprebbe di gratuito. Più corretto pronunciarsi per l’una tesi o per l’altra: e sposare, perdio, quella di un uomo che il resto d’Europa c’invidia un po’ più dei dirigenti calcistici nostrani. Ricordando che meno di due anni fa il calcio fu costretto a fermarsi senza sapere se e quando sarebbe ripartito: mentre adesso è ragionevole sperare che lo stop sia di breve, media durata. Segnalando anche che il calcio rimane uno dei piaceri più autentici del nostro tempo libero: non della nostra vita. Riflettendo che uno stadio vuoto è triste, ma un ospedale sempre più pieno è angoscia pura. Per poi concludere che tra le tante categorie martoriate dal Covid in questi 22 e passa mesi, quella dei gestori di società calcistiche non è tra le primissime ad aver meritato solidarietà. Il calendario, certo. Ma a differenza delle vite umane, morto uno se ne fa un altro“.

 

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