La tanto temuta Coppa d’Africa non ha prodotto danni. Passeggiata contro la Salernitana (4-1) dopo un primo tempo incerto. Il Napoli è secondo, in attesa di Milan-Juventus
Il Napoli ha battuto quel che resta della Salernitana decimata dal Covid. È stata una partita non giudicabile, troppo ampio il divario. Gli azzurri l’hanno tenuta aperta persino per troppo tempo, circa 48 minuti. Nella ripresa è entrato Insigne (per Lozano) che su rigore molto dubbio ha segnato e ha agguantato Maradona nella classifica dei gol segnati con la maglia del Napoli: 115. La frase del telecronista di Dazn: “Insigne come Maradona”, ovviamente gridata come se fosse apparso un fascio di luce sullo stadio, avrebbe potuto anche provocare moti di piazza. Per fortuna, non è successo nulla. Il popolo è ormai anestetizzato.
L’aspetto che vale la pena sottolineare è che il Napoli ha scavallato agevolmente il mese di gennaio che tanto turbamento aveva provocato in una piazza che ama farsi il sangue amaro per niente. La tanto temuta Coppa d’Africa – temuta al pari dell’invasione delle locuste – non ha invece prodotto danni, eccezion fatta per quel che sapremo del cuore di Ounas. La squadra di Spalletti ha battuto Sampdoria, Bologna e Salernitana (tre successi consecutivi), e avrebbe potuto vincere anche in casa della Juventus dove comunque ha pareggiato 1-1. Osimhen, che alla Coppa d’Africa ha rinunciato, è ormai sulla piena via del recupero. Oggi ha giocato mezz’ora e quando si tornerà in campo, il 6 febbraio a Venezia, il nigeriano sarà quasi completamente ristabilito. E sarà anche il giorno finale della Coppa d’Africa.
Dopo il dicembre da dimenticare, il Napoli è tornato pienamente in corsa. Innanzitutto per la Champions. In attesa di Milan-Juventus, è risalito al secondo posto in classifica e il 13 ospiterà l’Inter a Fuorigrotta. Il peggio sembra essere alle spalle. La squadra di Spalletti ha dovuto fare i conti con infortuni, Covid, e appunto Coppa d’Africa. Può dire di aver superato il periodo di crisi e guardare con ottimismo al futuro. Avrebbe potuto evitare le sconfitte interne con Spezia e Empoli, lo stesso Spalletti ci ha tenuto a specificare che non possono essere addebitate esclusivamente alle assenze. La speranza è che si riesca a gestire con intelligenza gli ultimi mesi del futuro canadese Insigne.
Della partita c’è poco da dire. Non ce l’ha fatta il Napoli a rovinarsi la vita contro una squadra che era la controfigura della Salernitana formazione già ultima in classifica e anche decimata dal Covid. È finita 4-1 (con due rigori, il secondo molto dubbio), sarebbe potuta finire con un punteggio più largo. Hanno segnato Juan Jesus, Mertens su rigore, Rrahmani, Insigne su rigore. Eppure nel primo tempo il Napoli ha rischiato di chiudere in parità: 1-1. Perché al gol di Juan Jesus è seguito il bel pari di Bonazzoli che ha approfittato di una sonnolenza generale. Poi, una serpentina di Elmas è finita con un fallo da rigore. I granata hanno giocato in dieci uomini dal minuto 53, l’arbitro ha espulso Veseli autore di entrambi i falli da rigore. Per il resto, è stata accademia.