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Kjaer: «Eriksen è stato la mia terapia. Il calcio, per me, è diventato secondario»

A The Guardian: «Se lui e la sua famiglia stanno bene, starò bene anche io. La mia reazione è stata impulsiva, abbiamo agito da squadra»

Kjaer: «Eriksen è stato la mia terapia. Il calcio, per me, è diventato secondario»
Mg Genova 23/08/2021 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Simon Kjaer

Il difensore del Milan, Simon Kjaer si racconta in un’intervista a The Guardian, che lo ha premiato giocatore dell’anno 2021. Ha parlato di Eriksen: fu lui il primo a soccorrerlo, quando l’ex calciatore dell’Inter si accasciò al suolo durante gli Europei.

«Il campo di calcio è il posto in cui mi sento più a mio agio. Quando succedono cose come quella capitata a Eriksen, le porti con te per il resto della tua vita. Ma si impara da questo e forse mi permette anche di giocare un calcio migliore di prima. Mi diverto, ma sono più rilassato. Amo giocare a calcio, è sempre stato così, ma davanti a me non ho altri 10 anni e quindi devo apprezzare il tempo che mi rimane. Sono onorato e grato per gli attestati di stima, ma lo ripeto sempre, la mia reazione è stata impulsiva e così quella di tutti. Abbiamo agito da squadra, non sarei stato in grado di mantenere la calma se non avessi avuto qualcuno a cui appoggiarmi. Christian non è un collega, è anzitutto un nostro amico. Questo ha reso tutto molto più intenso. Non credo che ci si possa preparare a qualcosa di simile. Parlo molto con lui. È stata la mia terapia. Se Christian e la sua famiglia stanno bene, allora mi sentirò bene anche io. È lì che trovo la mia pace, e questo mi basta».

E continua:

 

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