Intervista al Corsera: «Non vedo l’ora che Piatti mi chiami. Sinner è una spugna: impara qualcosa da ogni palla, assorbe tutto, è un lavoratore straordinario»
John McEnroe. Il Corriere della Sera, con una grande operazione giornalistica, lo intervista (firma Gaia Piccardi). Tema: la possibile imminente collaborazione con Sinner.
«Non sto trattenendo il respiro, ma aspetto che Riccardo Piatti mi chiami per definire! Con Jannik sta facendo un gran lavoro, però non glielo riferisca sennò il mio amico si monta la testa… A New York a fine agosto, in una giornata di pioggia prima dell’Us Open, Jannik è venuto ad allenarsi al mio club. Lì ho parlato con Riccardo, ribadisco la mia disponibilità part time a consigliare il ragazzo, che è una spugna: impara qualcosa da ogni palla, assorbe tutto, è un lavoratore straordinario. E poi ho visto il rispetto nel suo sguardo: non che io sia una leggenda, ma mi guardava con certi occhi…».
«Insieme a Kyrgios, Sinner è il talento migliore dell’ultimo decennio. Sa fare tutto, è sottile ma si sta irrobustendo. Avevo una piccola perplessità sul carattere: all’inizio lo vedevo trattenuto, come se tenesse le emozioni imbottigliate. Ma sta imparando a liberare, e usare a suo vantaggio, anche quelle».
Lo vorrebbe più cattivo? Com’era lei in campo?
«Oh sì, a Jannik insegnerei ad essere un bad boy come me! Lo vorrei vedere più espansivo, rumoroso, rock, esattamente come sono i tifosi italiani: nella mia carriera ho mai giocato in un posto più chiassoso del Foro Italico! Chi è emotivo e non ha vergogna di mostrarlo, mi piace. Adoro Medvedev che litiga con il pubblico, Zverev quando perde il controllo, Jannik quando urla al cielo, come alla fine del match con De Minaur, vinto anche contro il tifo. Jannik ha una marcia in più perché è disposto a tutto per migliorare. Rispetto a soli sei mesi fa, infatti, è un altro giocatore».