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Nicolato: «Oggi la Serie A è praticamente un campionato straniero che si fa in Italia» 

Il ct della Nazionale Under 21 al CorSport: «Ogni domenica, sono 2 o 3 gli italiani titolari in serie A per ogni squadra. Puntare sui giovani porterebbe risparmio per i club».

Nicolato: «Oggi la Serie A è praticamente un campionato straniero che si fa in Italia» 

Il Corriere dello Sport intervista il ct della Nazionale Under 21, Paolo Nicolato. La Serie A, dichiara, non pensa ai giovani.

«I ragazzi sono in secondo piano e la Serie A oggi è praticamente un campionato straniero che si fa in Italia più che un campionato italiano. Ogni domenica, sono 2 o 3 gli italiani titolari in serie A per ciascuna formazione».

I numeri parlano chiaro: su 568 calciatori, 347 non sono nati in Italia, ovvero il 61%. Non solo, l’età media, nel massimo campionato, è di 27 anni.

Ultimamente, a causa delle squadre decimate dal Covid e dagli infortuni, si sono viste convocazioni anche di giovani nelle prime squadre, ma è stato solo un evento sporadico. Non basta.

«Finché un ragazzo non gioca, non possiamo accorgerci che è bravo. L’allenamento è importante, come la frequentazione del gruppo, ma è la competizione che dà a lui e a noi le informazioni che servono. Al di là del campione, che alla distanza esce comunque dal guscio, quello che manca in Italia è la fascia media, cioè quei calciatori che avrebbero bisogno di un certo percorso esperienziale per affermarsi».

La mancanza di attenzione verso i giovani talenti è anche un costo importante per i club.

«Se puntassimo sui giovani, valorizzeremmo un prodotto interno che dura negli anni con notevoli risparmi economici per i club. Al contrario, rischiamo di mettere in discussione il nostro valore a livello internazionale».

Oggi in Italia, dice, c’è soprattutto difficoltà a reperire ali.

«In questo momento a livello giovanile facciamo fatica nel settore d’attacco e nei difensori centrali. Abbiamo qualcosa in più a centrocampo, ma le ali stanno scomparendo. In qualsiasi ruolo, comunque, non c’è grande abbondanza: nelle stesse nazionali giovanili noi tecnici dobbiamo prestarci i giocatori».

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