Al CorSera: «Zimaglia gli cura i piedi, delicati; Sirola si assicura che sia bilanciato fisicamente; io, Brandi o Volpini mettiamo ordine nel suo tennis»

Il Corriere della Sera intervista Riccardo Piatti, il coach di Jannik Sinner. Si dice contento del fatto che ultimamente il giovane tennista riesce a mostrare di più le sue emozioni.
«Ora è più disposto a mostrare le sue emozioni. Sono contento che lo stiate scoprendo per quello che è, un ragazzo onesto, e sono contento che abbia deciso di non andare all’Olimpiade. Non si sentiva pronto. Era un periodo in cui stavamo cambiando il servizio, era confuso, non sereno. Il presidente della Fit, Binaghi, ha capito, altri no. Jannik ha sofferto le critiche, ci sono ex giocatori che hanno parlato senza sapere. Il ragazzo, a vent’anni, non era pronto alle polemiche, ma gli è servito anche questo. Per maturare e imparare a conoscere le persone».
In Davis è sembrato felice.
«Una delle sue caratteristiche è la generosità. Ci teneva a fare il doppio con Fognini per sperimentare: quando gioca a tennis non gli frega niente dell’orario e della fatica. Gioca e basta. Con Volandri, il ct, mi ero solo raccomandato che non venisse alterata la sua routine: per giocare bene, Jannik ha bisogno di sentirsi bene. Zimaglia gli cura i piedi, delicati; Sirola si assicura che sia bilanciato fisicamente; io, Brandi o Volpini, a turno, ci occupiamo che il suo tennis sia in ordine. La verità è che in Davis Jannick si è divertito».
L’obiettivo di quest’anno è affrontare 55-60 match di alto livello, andare avanti negli Slam e il Master da titolare dice. E aggiunge:
«Non escludo che nel futuro Jannik possa essere affiancato da un grande ex negli Slam. Quando allenavo Raonic, Moja si allenò con noi 12 settimane e Milos arrivò in finale a Wimbledon. Ci sarò sempre io, ma per migliorare è giusto aprirsi alle novità».