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Cannavaro: «Sono pronto per allenare in Europa ma i club hanno paura di parlare con una leggenda»

Intervista al Telegraph: “Mi ha cercato l’Everton ma avevano Lampard, poi il Watford ma poi hanno preso Hodgson. Voglio sfidarmi con i più grandi”

Cannavaro: «Sono pronto per allenare in Europa ma i club hanno paura di parlare con una leggenda»
Db Milano 18/10/2015 - campionato di calcio serie A / Inter-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Fabio Cannavaro

Dice Fabio Cannavaro che è tempo per lui di allenare in Europa, dove c’è il “calcio vero”. Non importa se è in Italia, Spagna, Inghilterra o altrove. Non importa nemmeno se è in una massima serie o in una seconda divisione. Lo dice in un’intervista esclusiva al Telegraph. Nella quale fa anche un po’ il riepilogo di tutte le opportunità che (non) ha avuto negli ultimi mesi.

Penso di essere pronto. Ho avuto ottimi lavori in Asia, ma i migliori club, i migliori allenatori sono in Europa e quindi se voglio essere uno dei migliori devo competere con loro”.

E’ stato avvicinato dall’Everton e dal Watford. “Ho incontrato il proprietario Farhad Moshiri ed è stato molto chiaro con me. Gli ho spiegato la mia filosofia, la mia strategia. Ma ovviamente è comprensibile quando hai l’opportunità di prendere Lampard che sta in Inghilterra, che conosce meglio di me, forse, la Premier League… A volte quando la gente pensa a me forse pensa che non conosco il campionato, che non ho esperienza in Europa ma è il calcio. Sono orgoglioso che Everton e Watford mi abbiano chiesto di fare un colloquio e lo apprezzo davvero”.

Con il Watford ho parlato prima che Roy Hodgson venisse nominato, ma avevano bisogno di un allenatore in fretta, e ovviamente lui è un allenatore con esperienza in Premier League, conosce i giocatori“.

“So che non posso sbagliare ora. Devo scegliere il club giusto: Inghilterra, Italia, Spagna. Anche se è un piccolo club, non mi interessa perché voglio solo fare l’allenatore per condividere la mia esperienza.

I grandi giocatori non sempre sono grandi allenatori – eccepisce il Telegraph – ma a volte i club sono anche cauti nel dare loro una possibilità. “Forse hanno paura di parlare con una leggenda”, dice Cannavaro. “Come calciatore ho fatto grandi cose ma come allenatore è diverso. All’inizio il mio nome è importante ma devi essere intelligente. Devi toccare le corde giuste, come quando suoni il piano. Non importa chi sei se non sai come parlare con i tuoi musicisti, a volte devi essere padre, a volte un fratello, a volte un amico. Molti allenatori non si preoccupano della squadra fuori dal campo ma a me importa di tutto. Se la squadra è felice in campo e scontenta fuori allora forse non è un problema oggi ma lo sarà domani”.

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