Gios: “In questi Giochi ha rotto con tutti, manco mi saluta. Ma io li vorrei tutti così: cattivi. Cattivi e vincenti”

Andrea Gios si sta togliendo un bel po’ di sassolini dalle scarpe. Il presidente della Federghiaccio ha aspettato la fine dei Giochi di Pechino, che Arianna Fontana vincesse le sue medaglie, e poi ha preso a parlare anche lui. Troppe le accuse – dirette, pesantissime – che la campionessa dello Short Track ha accumulato in queste due settimane. Dice, Gios, che “non ho ancora capito cosa vuole”. Ma lo sa benissimo: Fontana vorrebbe che il marito-allenatore Lobello diventasse l’allenatore della Nazionale. Gios da quell’orecchio proprio non ci sente: “Non è possibile. Lui è l’allenatore perfetto per Arianna ma non per gli altri”.
E poi Gios puntualizza anche sulla vicenda delle accuse quasi penali (“un maschio della staffetta mi spingeva fuori, tentava di farmi male”):
“Arianna e il suo allenatore che è anche suo marito, Lobello, tre anni fa ci ha presentato un programma di allenamento che prevedeva di andare in Ungheria, l’abbiamo accettato pienamente. Abbiamo finanziato tutto il budget richiesto. Quando lei è dovuto andar via perché c’erano stati problemi, non abbiamo trovato nemmeno una squadra che l’accettasse. Allora l’abbiamo fatta allenare con i maschi ma a condizione che non entrasse il marito, che è il suo allenatore ma non degli altri. Nessuno mai l’ha spinta, si è allenata 5-6 mesi con questi ragazzi. Lei si riferisce ad un fatto che è accaduto tre ani fa durante una simulazione di gara, che abbiamo indagato. La questione rientrava nella dinamica di allenamento”.
I rapporti ormai sono logori: “Arianna non mi saluta nemmeno. C’è stata una bruttissima rottura durante le Olimpiadi anche con gli altri atleti. Ma io adoro la sua cattiveria agonistica, e anche fuori. Vorrei tutti così: cattivi e vincenti”.