POSTA NAPOLISTA – Il corteo dei napoletani nel centro ha scatenato la reazione dei cagliaritani. Sbagliata la scelta di autorizzare la loro trasferta. Siamo rimasti chiusi un’ora e mezzo nello stadio e tornati col timore di aggressioni
Vivo a Cagliari da 31 anni e, come ogni anno, sono andato allo stadio a vedere il mio Napoli. Il Cagliari mi è sempre stata una squadra simpatica e, da quando vivo qui, la partita contro di loro è per me come un derby. Infatti, avendo amici tifosi del Cagliari, in questi anni le partite le ho guardate sempre insieme a loro con la giusta e moderata rivalità. Agli inizi del mio trasferimento qualche volta vincevano loro e altre volte noi. Indimenticabile quel Cagliari Napoli del 2010 con il gol di Lavezzi al 94’ con il sottoscritto impazzito di gioia e con i miei amici cagliaritani intorno disperati per una sconfitta subita all’ultimo minuto.
Come in molti sapranno, lo spartiacque tra il tifo Napoletano e quello Cagliaritano è stato lo spareggio tra Cagliari e Piacenza del 1997 giocato a Napoli. Da allora a Cagliari la partita con il Napoli è molto sentita forse anche troppo, visti i valori in campo degli ultimi anni. Purtroppo questo odio sportivo permane e, se in passato era unilaterale (Cagliari vs Napoli), ultimamente è purtroppo corrisposto anche da alcuni del Napoli. Questo odio ha molto condizionato le mie partite prima al vecchio Sant’Elia e ora all’Arena Cagliari, perché – come è possibile immaginare – le sfide dovevano essere viste dal sottoscritto senza eccessive “dimostrazioni di partecipazione” nei confronti del Napoli. Insomma, una vera sofferenza.
Da circa tre anni Cagliari ha il suo Club Napoli, apprezzato in Sardegna anche per le sue iniziative benefiche (raccolta fondi a seguito degli incendi in Sardegna, consegna di uova di cioccolato ai bambini dell’ospedale microcitemico, donazione sangue all’Avis), con un gruppo di trecento iscritti sardi e non, che amano convivere nella realtà sarda e hanno come passione comune il tifo per il Napoli.
Quest’anno, grazie ad un’organizzazione perfetta del gruppo organizzativo del Club, con donne e bambini siamo andati allo stadio, finalmente con sciarpe e copricapi azzurri, tutti insieme per sostenere il nostro Napoli. Purtroppo per la partita di lunedì l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive ha consentito la trasferta a 200 ultras del Napoli, che giunti a Cagliari hanno dato il meglio (eufemismo) di se stessi, marciando in corteo scortati dalla polizia nel centro di Cagliari fino allo stadio (circa 3 km), fermando il traffico cittadino e inneggiando cori di odio contro Cagliari e gridando ripetutamente …”dove sono i nostri nemici?”…
Ora immaginate cosa succederebbe se a Napoli dalla stazione di Mergellina fino al D.A. Maradona un gruppo di ultras di una squadra avversaria cominciasse a urlare i vergognosi cori contro i napoletani come quelli che si sentono in quasi tutti gli stadi d’Italia. Insomma, secondo voi in quanti supererebbero integri la Galleria Laziale per arrivare a Fuorigrotta?
Mi chiedo come sia stato possibile permettere una cosa del genere pur sapendo che gli esaltati tifosi del Cagliari non aspettavano altro che questa provocazione per organizzare un’aggressione con bombe carta nel settore ospiti. A fine partita, mentre tutti gli spettatori cagliaritani uscivano dallo stadio, noi del Club, in un settore adiacente al settore ospiti, siamo stati costretti nostro malgrado a rimanere per oltre un’ora all’interno dello stadio con la paura di essere scambiati come tifosi “ospiti” e quindi essere soggetti ad aggressioni. Dopo un’ora e mezza siamo usciti dallo stadio di soppiatto per recuperare le nostre auto e tornare a casa, qui a Cagliari, con la paura di essere aggrediti da qualche esaltato lungo la strada.
Oggi a Cagliari giornali e televisioni locali non parlano d’altro, trascurando la vergognosa aggressione degli esaltati tifosi della squadra locale e puntando il dito contro chi ha permesso il corteo di 200 esaltati napoletani che, secondo i politici di ogni schieramento, hanno provocato con il loro comportamento i disordini del dopo partita.