Mourinho rischia tre giornate di squalifica pur avendo detto la più sacrosanta delle verità. Gasp che rosica è sempre un piacere. Napoli, a Cagliari un punto d’oro
FALLI DA DIETRO – 26° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2021-22
Che ammucchiata! Nessuno vince lassù.
E’ il pazzo campionato delle incertezze.
E sarà bellissimo.
Si parte con il Derby della Mole.
Non basta maramaldeggiare al mercato di gennaio per ridipingere di colori una grigia stagione.
Le spese folli di gennaio li avevano ringalluzziti.
E già parlavano di scudetto.
La realtà è un’altra.
Il Toro sfida a petto in fuori gli ergastolani e impone gioco, avendo la meglio sui duelli uno contro uno.
Primo fra tutti quello più intrigante.
Quello fra il Serbo d’oro e Gleison Bremen.
Sotto le cure del poderoso mastino di Bahia, migliore in campo, l’uomo delle illusioni diventa un docile agnellino.
Un pareggio che ha il giusto sapore di una piccola vittoria per l’ottimo Juric, operaio della panchina.
Non era una partita facile ma lui ha saputo caricare i suoi ragazzi come solo i bravi tecnici sanno fare.
Vlahovic chi?
Urla il Pistolero polacco e conduce gli stilnovisti a orizzonti da tempo inesplorati con una vittoria che sa d’Europa.
Ora potrebbero addirittura qualificarsi in Champions proprio a scapito della Juventus del serbo.
Non porta bene alla dea Dea la cessione del 55% della società a Pagliuca, azionista dei Boston Celtics e presidente del fondo Bain Capital.
Gasp che rosica è sempre un piacere.
Però bisogna dirlo. Quel gol annullato non si può vedere. Ma devono mandare la Juve in Champions a tutti i costi. E la Dea, diretta concorrente per il quarto posto, va eliminata con le buone o con le cattive.
Poi magari chissà, nel contratto di cessione del serbo sarà stata inserita come clausola la vittoria viola contro i bergamaschi.
Peccato però che i bergamaschi abbiano deciso per il silenzio stampa. Perché un altro esilarante monologo di Marino-Epifanio lo avrei ascoltato volentieri.
All’Olimpico Tudor per settanta minuti impartisce lezioni di calcio a Mou, completamente alla deriva.
Poi a venti minuti dalla fine il mister sangue oro che non sa più che pesci pigliare, decide la mossa della disperazione.
Manda in campo due babies.
Edoardo Bove di diciannove anni e Christian Volpato un ragazzone di un metro e novanta ancora più giovane di un anno, nato a Caperdown.
Sono loro due che salvano il risultato e la faccia dell’ex Special one, da tempo bollito in panchina, ma da sempre strepitoso nei teatrini collaterali.
Stavolta si scaglia contro Pairetto e gli dice: “Ti manda la Juve?”.
Rischia tre giornate di squalifica. Pur avendo detto la più sacrosanta delle verità.
Testa coda a Salerno. La prima contro l’ultima.
È un’altra Salernitana quella che i Diavoli si ritrovano all’Arechi, che è il più bel prato d’Italia.
Molto diversa da quella combriccola strampalata che sbarcò a Milano qualche mese fa in gita premio.
Sono cambiate tante cose da allora.
Un presidente, un allenatore e un ds. Sabatini ha cambiato più di mezza squadra.
E ora questa è una squadra vera.
Il Milan ci inciampa e perde l’occasione per consolidare il primato.
Se i granata avessero vinto non avrebbero rubato nulla.
Ora hanno due recuperi ancora da giocare.
E se continuano così possono sperare nel miracolo.
È una grande occasione per i Suninter che a San Siro tentano il sorpasso al vertice.
Ma quel Limone di Inzaghi sbaglia tutto.
Sbaglia la preparazione alla gara e sbaglia tutta la formazione.
Affidando a questo stanco Barella di oggi il ruolo non suo lasciato libero dallo squalificato Brozo.
E’ un’Inter boccheggiante come già s’era vista al Maradona.
Ma gli azzurri in quell’occasione ebbero paura di perdere e non vollero approfittare.
I Ceramisti invece sì.
Giocano ottimo calcio, grazie a individualità di alto livello.
Dionisi ha fatto un lavoro straordinario.
Ha raccolto un’eredità importante da De Zerbi. Ma ha reso la squadra più verticale e ha alzato il valore di tanti calciatori.
Su tutti Hamed Junior Traorè incontenibile ventiduenne ivoriano cresciuto all’Empoli sotto le sapienti cure di Nonno Andreazzoli.
Ma che dire dell’instancabile Lopez e di Berardi leader indiscusso e ormai campione maturo.
Fanno triplete i Ceramisti, dopo aver battuto i giganti Milan e Juve, sono i David d’oro del campionato.
Per i nerazzurri è una sconfitta che brucia.
E che non salva nessuno. Tutti colpevoli.
E’ vero, arrivano da un mese e mezzo di scontri diretti.
E un passo falso in campionato ci può stare.
Ma quel che preoccupa è la condizione fisica e soprattutto la stanchezza mentale.
Un capitolo a parte lo merita Fabio Quagliarella l’immortale.
Un destro, in diagonale, perdendo l’equilibrio.
E pochi minuti dopo aggiusta il tiro in mezza girata con una coordinazione d’altri tempi.
Due gol all’Empoli.
e dimostra che il capitano della è tutto tranne che ai titoli di coda, come tanti avevano pensato.
Quota 180 gol in campionato. Raggiunto Roberto Baggio nel numero di anni solari consecutivi in rete: 18.
Ed eccoci a noi.
Per la seconda volta in otto giorni gli azzurri hanno la possibilità di acciuffare la vetta.
Ottima occasione per steccare di nuovo.
Come nel recente passato, la squadra è in disperata emergenza.
Si spera nell’atavica arte di arrangiarsi, risorsa tipica delle nostre parti.
E si spera che Fra Cipolla ne abbia velocemente assorbito la filosofia.
Il tecnico di Certaldo a fatica riesce a trovarne undici da mandare in campo.
In base a quelli che ha, si inventa anche la novità di una difesa a tre, nella speranza di non snaturare gli automatismi acquisiti.
Mazzarri, al solito, quando vede azzurro, gli viene la sindrome dell’innamorato cornuto e gli va tutto il sangue agli occhi.
Ordina ai suoi di menare. E quelli menano di santa ragione. E a noi non mena bene.
Ne fa le spese Giovanni Di Lorenzo, migliore in campo.
Al suo posto entrerà il Carciofo giallo, cioè, se ho capito bene, si giocherà in dieci.
I sardi raddoppiano e triplicano con rabbia e ferocia.
Caratteristiche del tutto ignote agli azzurri.
È un Napoli troppo brutto per essere vero.
Il gol è nell’aria e arriva puntuale.
Complice il Cafetero che spapereggia rovinosamente come il peggiore degli Handa.
Più tardi dovremo però ringraziarlo per aver sventato almeno un paio di occasioni del raddoppio.
Fra Cipolla intuisce di aver sbagliato tutto, rinunciando all’ampiezza degli esterni, e ripropone il vecchio modulo consolidato.
Così, quando tutto è perduto entra Osi.
Con la sua fame di mangiarsi il campo. Col lo spirito guerrier ch’entro gli rugge.
Spavaldo e fiero non conosce la paura.
Si stacca in volo e schiaccia un traversone morbido e innocuo, trasformandolo nell’ oro del pareggio insperato e forse immeritato.
Inutile parlare di occasione sprecata.
E’ un periodo complicato.
Iniziato otto giorni fa e che si chiuderà domenica prossima.
Energie fisiche e nervose a vagonate.
Per tutte quelle impegnate in Europa, nessuna delle quali, guarda caso, ha vinto.
Alla fine è un punto d’oro.
Quando non si può vincere, meglio non perdere.
E’ un pari che farà bene al morale.
Oggi è l’anniversario di “Andrà tutto bene”.