Ha reagito in maniera feroce al pareggio di Pedro, come raramente si era visto. Quando gli occhi della tigre li mostri una volta, vuol dire che puoi mostrarli sempre

Ha fatto bene Luciano Spalletti a difendere il suo Napoli, anche se poi anche lui non ha potuto negare che questo sia un Napoli dai più volti. Che non mostra sempre la stessa convinzione. Che questa sera nel primo tempo ha sbagliato tanti passaggi, è andato con la gamba molle. Però poi ha ragione a sottolineare la reazione. Il Napoli ha giocato gli ultimi 35 minuti da squadra affamata. Con gli occhi della tigre. Dal gol di Insigne. Quel tiro non a giro nell’angolino basso. Che la dice anche lunga su dove potrebbe arrivare questo calciatore se non si incaponisse nella ricerca infinita di un colpo che peraltro gli è riuscito un numero di volte sufficiente a far terminare l’ossessione.
Ma sono quei sei minuti a fare la differenza, Quei sei minuti dall’88esimo al 94esimo, dal pareggio di Pedro (peraltro meritato anche se ormai inatteso: un eurogol) fino al 94esimo quando Insigne ha servito a Fabian un pallone che lui e solo lui, da quella posizione, avrebbe potuto mettere in quell’angolino lì. Il Napoli ci ha creduto. Non si è accontentato di un pareggio che sarebbe stato tutto sommato positivo, anche alla luce del primo tempo. Né si è ritrovato con le gambe molli dopo quella mazzata. Questa è la grande novità di questa serata. Una novità che acquista un significato particolare visto che mancano undici giornate alla fine e il Napoli è in testa al campionato.
Raramente si era vista una tale ferocia agonistica. Ed è incredibile che fosse la stessa squadra del primo tempo come di Cagliari. È una squadra capace di vette così come di pause. Ma gli occhi della tigre non si dimenticano, Se li mostri una volta, vuol dire che puoi mostrarli sempre.