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Storie e tragedie del Grande Ciclismo: Ottavio Bottecchia

Vinse due Tour consecutivi. Come Coppi e Bartali perse il fratello in bici. E anche lui fu vittima di un tragico e misterioso incidente, a soli 32 anni

Storie e tragedie del Grande Ciclismo: Ottavio Bottecchia
Il ciclismo sempre affascina la gente grazie alle grandi imprese di personaggi che appartengono al mito e alla leggenda. Lo sport della bicicletta ha avuto storie incredibili di tragedie, misteri irrisolti e disavventure piene di malinconia. Nessun altro sport, nel corso di più di un secolo, ha saputo proporre tante storie così tragiche come il ciclismo.
Cominciamo i nostri racconti nel tempo con il leggendario pioniere del Tour de France, Ottavio Bottecchia. Nacque a San Martino di Colle Umberto, in provincia di Treviso, il 1° agosto 1894. Nella sua carriera da corridore vinse per ben due volte consecutive il Tour de France, nel 1924 e nel 1925. Nel 1924 vestì la Mitica Maglia Gialla dal primo all’ultimo giorno. Fu secondo il lussemburghese Frantz con un ritardo abissale di oltre 34 minuti. L’anno dopo il belga Buysse arrivò a quasi un’ora dal Veneto. Nel 1923 si classificò secondo, alle spalle del suo capitano, il francese Henry Pellisier.
Perse il fratello Giovanni, investito da un’auto, in maniera sospetta, mentre rientrava a casa da un giro in bici. Che tragica, pazzesca analogia tra Ottavio Bottecchia, Gino Bartali e Fausto Coppi. Tutti e tre i campioni persero un fratello in bicicletta.
Poi, il 3 giugno 1927, Ottavio Bottecchia esce per un lungo allenamento, ma a pochi chilometri da Gemona cade e perde sangue dalla testa. Il campione sviene. Viene portato all’ospedale e la prima diagnosi desta i primi sospetti. Frattura della base cranica e della clavicola. Possibile che una banale caduta in bici crei tanto disastro? Dopo giorni dopo, il 15 giugno 1927 muore in circostanze misteriose, un giallo, un sospetto. Un caso ormai irrisolto all’inizio del terzo millennio. Così finisce in tragedia a 32 anni, il tragico destino di Ottavio Bottecchia.
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