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«Tom Brady era un ragazzo senza talento, è diventato una leggenda studiando e sudando»

Il Washington Post: “Fu scelto nel Draft del 2000 col numero 1999. Aveva prospettive atletiche ordinarie, un braccio e una mira normale. E’ diventato una leggenda faticando come un matto”

«Tom Brady era un ragazzo senza talento, è diventato una leggenda studiando e sudando»

Ora che davvero Tom Brady ha smesso di giocare a Football, e che gli Usa elaborano la fine della carriera del più vincente giocatore della Nfl a 44 anni, c’è da sottolineare la diversità “strumentale” di Brady rispetto ad altri miti dello sport. Da Valentino Rossi a Federer, da Maradona a Pelé, da Muhammad Ali a Federica Pellegrini eccetera… erano tutti baciati da un talento naturale. Lui, scrive il Washington Post, no: Tom Brady era un ragazzo “ordinario” che è diventato leggenda lavorando come un pazzo. E la sua storia è epica anche per questo.

“Brady – scrive Sally Jenkins sul Washington Postha dimostrato come qualsiasi ragazzo con prospettive atletiche del tutto ordinarie, un ragazzo comune senza doni fisici spiccati o inverosimili, può costruire la sua grandezza. Ciò che lo ha reso grande è stata una curiosità interiore, un bisogno di riempire gli spazi vuoti e vedere cosa poteva succedere, studiando e sudando. Ecco la sua vera eredità mentre si ritira  a 44 anni: se studi e sudi abbastanza, puoi vincere tutto e lasciare record irraggiungibili stampati nei libri, come fossero scritti nel granito”.

“La valutazione del Draft NFL 2000 (fu scelto come numero 199, ndr) passerà alla storia come uno di quei famigerati errori di valutazione, alla pari del giudizio espresso da un talent scout sul provino di Fred Astaire: Non sa recitare, leggermente calvo, potrebbe ballare un po’. Vale la pena citare di nuovo cosa scrisse allora lo scout di Brady: ‘Magro. Manca di statura fisica e di forza del braccio, manca di mobilità e nella capacità di decidere in fretta. Manca un braccio davvero potente”.

“Era davvero così impreciso? No, non lo era. Nella relazione c’era scritta la verità, ma una verità incompleta. La verità assoluta era che in ogni singola fase della sua carriera, Brady ha faticato per superare i suoi deficit fisici”.

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