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Wörndl racconta le sue Olimpiadi di Calgary, quando Tomba lo sconfisse per sei centesimi

Sul quotidiano tedesco Faz lo strepitoso racconto del tedesco. L’alloggio in un posto di camionisti, Bittner che bruciò il pettorale e la serata finale senza accredito

Wörndl racconta le sue Olimpiadi di Calgary, quando Tomba lo sconfisse per sei centesimi

La Faz pubblica un racconto semplicemente straordinario relativo alle olimpiadi invernali del 1988 a Calgary. Ovviamente è per gli appassionati di sci. A scrivere è il tedesco Frank Wörndl che perse la medaglia d’oro nello slalom per soli sei centesimi. A batterlo fu Alberto Tomba che mise a segno. una storica doppietta: oro nel gigante e oro nello speciale.

Wörndl racconta che gli sciatori tedeschi arrivarono in Canada completamente ignorati dai media.

Tutto il clamore intorno a noi era per i ragazzi della Giamaica Bob.

Alloggiammo in un motel su una strada di campagna, un capannone di camionisti dove i ragazzi divoravano otto uova fritte a colazione e buttavano giù lattine di caffè. Era come “Bagdad Cafè”, solo senza Marianne Sägebrecht. Non aveva nulla di un evento sportivo patinato ma, come ogni cosa nella vita, devi prenderla col sorriso sulle labbra altrimenti non riesci a sopportarlo.

Racconta che il clima nella Nazionale tedesca era tesa. Wasmaier era andato male. Nello slalom l’uomo di punta era Armin Bittner che uscì nella prima manche.

Prima della seconda manche, lo vidi seduto nella neve che bruciava  il pettorale. Il numero 12. Non dimenticherò mai quell’immagine.

Ricorda che era in testa dopo la prima manche, ma fu troppo cauto nella seconda e finì per perdere da Tomba.

Per uno scambio di vestiti, rimase senza accredito. Alla premiazione dovette chiedere a Paul Frommelt di far garante per lui.

Terminata la premiazione, andarono a festeggiare.

Finimmo a ballare sui tavoli di un bar con cameriere in abiti succinti. La festa fu molto lunga. Arrivò il conto, di circa tremila dollari canadesi, e ovviamente nessuno aveva una cifra simile. Alla fine lasciammo la mia medaglia d’argento come garanzia. E non potemmo più recuperarla perché l’indomani mattina saremmo dovuti partire. Atterrati a Monaco, i fotografi volevano immortalare i vincitori delle medaglie. Ma la mia era rimasta al bar come garanzia, me ne feci prestare una da Christa Kinshofer che ne aveva vinte due. Nessuno se ne è accorto. Almeno fino a oggi.

Wörndl termina il racconto ricordando che una sera fu invitato a casa da Christian Neureuther che gli fece riavere la medaglia d’argento.

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