Ha ragione Ninna Quario, è tutto al servizio dei social. Serviva una condanna morale per poi scoprire che forse è stata una vendetta degli inservienti rimasti senza regali
È l’eterna riedizione del “non farai mai nulla di buono nella vita se non metti a posto la tua camera”. In questo disastro sportivo della sconfitta con la Macedonia del Nord, che poi solo sportivo non è, mancava il rintocco morale, il diversivo da social che risponde all’esigenza di trovare una condanna unanime, ovviamente all’insegna del populismo.
Il riferimento è alle ormai arcinote condizioni in cui gli azzurri hanno lasciato lo spogliatoio di Palermo dopo la sconfitta. “Le immagini della vergogna”. Come se avessero fittato il campo per un’ora. Uno spogliatoio sporco, molto sporco, le che immagini sono state divulgate per confermare l’idea che abbiamo dei calciatori: viziati, strapagati, strafottenti, senza rispetto per il prossimo né cura per quel che circonda loro. E infatti mediaticamente ha funzionato. Era sin troppo facile. Un meccanismo oggi denunciato da Ninna Quario la madre di Federica Brignone che ha deciso di lasciare il giornalismo perché le notizie non interessano più, sono costruite a tavolino a uso e consumo dei social. Proprio come la non notizia dello spogliatoio.
Non notizia che tra l’altro oggi, come leggiamo sulla Gazzetta, trova la sua origine che conferma perfettamente il pensiero di Ninna Quario la nuova McLuhan (e non stiamo sfottendo). Molto probabilmente lo spogliatoio non è stato lasciato così dagli azzurri ma sarebbe stata una ripicca degli addetti alla pulizia perché i calciatori – amareggiati e delusi per l’eliminazione – non avrebbero lasciato i tradizionali doni. Gli addetti alla pulizia allora, conoscendo a perfezione le regole da seconda elementare del circuito mediatico, avrebbero servito la loro vendetta. Ed è partita la condanna morale. Scrive la Gazzetta:
Giovedì sera alcuni non precisati dipendenti dello stadio palermitano sarebbero rimasti contrariati dall’impossibilità di ricevere in regalo, come sempre accade in certe occasioni, materiale sportivo della squadra: palloni, magliette, felpe della Nazionale.
A nessuno interessano le reali motivazioni della sconfitta, le pietose condizioni del calcio italiano. Sai che palle parlare di fuga dei talenti, del declino generalizzato di un Paese, declino che ovviamente si riverbera nel calcio, di pressoché totale assenza di meritocrazia. Buttiamo quattro carte a terra ed è tutto risolto. Gli inservienti di Palermo ne sanno di comunicazione molto più dei tanti pseudo esperti che quotidianamente ci ammorbano.