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Eleonora Giorgi: «Con Pino Daniele ho respirato la libertà. Troisi mi chiamava di nascosto da Benigni»

Al CorSera: «Di notte il cuore di Massimo ticchettava come una sveglia, sono stata io a convincerlo a tagliarsi i capelli. Con Pino ci siamo rivisti dopo la separazione».

Eleonora Giorgi: «Con Pino Daniele ho respirato la libertà. Troisi mi chiamava di nascosto da Benigni»

Sul Corriere della Sera un’intervista a Eleonora Giorgi. Quarant’anni fa interpretò Nadia, uno dei personaggi femminili più belli di “Borotalco”, di Carlo Verdone. Con quel film vinse il David di Donatello come migliore attrice protagonista.

«Più che una consacrazione, è stato lo zenith. Perché poi sono arrivate altre parti importanti, è vero, come Mani di Fata. In quel periodo rifiutai persino Fantastico 83 con Gigi Proietti per non “sporcare” il cinema con la televisione. Ma di lì a poco sarebbe stato il cinema a far fuori me, che ci vivevo da quando ero piccola».

Racconta se stessa bambina.

«Nasco “pariolina”, la mia famiglia era piuttosto conosciuta: madre super cattolica, cinque figli nati in 15 anni, una nonna inglese che guidava la macchina e parlava come Stanlio».

Il padre ad un certo punto lasciò la famiglia perché si era innamorato della sorella di Miriam Mafai. Fu proprio lei a convincere la Giorgi ad entrare nel mondo delle pubblicità, prima collant e poi reggiseni.

Iniziò allora la rivalità con Ornella Muti.

«La sola competizione tra me e la Muti era sull’altezza delle nostre zeppe. Quando l’ho vista davanti a me, a 18 anni, ho pensato fosse la ragazza più bella del mondo: i suoi denti radi erano come perle nella bocca di una bimba golosa. Aveva già la Kelly di Hermès, una borsa che avevo visto solo alle mamme dei Parioli. La mia era ricavata dai vecchi jeans di Gabriele, il mio fidanzato: divento la Lolita d’Italia avendo baciato e fatto sesso con un solo uomo».

A causa della morte del suo fidanzato scivolò nel tunnel della tossicodipendenza. Ne uscì grazie ad Angelo Rizzoli, poi diventato suo marito. Decise di disintossicarsi per lui.

«La persona più buona del mondo. Io stavo male e pesavo poco più di 40 chili, lui a 34 anni aveva tutto il peso del gruppo. Il mio lato dolente incontra il suo e non ci lasciamo più».

Dopo la rottura con Rizzoli arrivò Massimo Ciavarro.

«A casa di Vittorio Cecchi Gori rivedo Massimo Ciavarro con il quale avevo recitato in Sapore di mare. Mi chiese il numero ma non mi telefonò per mesi: una domenica di ritorno dal mare trovo i ladri in casa e il telefono che squillava. Era Massimo: “Scusa ti devo lasciare, c’ho i ladri”».

Racconta il loro amore.

«Compravamo casali in rovina per rimetterli a nuovo, restauravamo mobili e avevamo Paolo, il bambino più bello del mondo: ma Massimo era sempre un po’ scontento. Lui al contrario della gente del cinema non si è mai dato arie: la prima volta che l’ho visto sul set mi ha detto “io non te garantisco niente… tutte ’ste battute da dire”».

Il cinema le ha offerto sempre meno ruoli.

«A un certo punto ho scoperto che a 60 anni una donna nel cinema non esiste più: nella vita reale esistono magistrate, imprenditrici, insegnanti ultracinquantenni. Ma non nei film. Per fortuna la televisione ha il pubblico che decide e quindi abbiamo Mara Venier, Barbara D’Urso. Questo ovviamente non vale per gli uomini».

La Giorgi ha partecipato anche a Il Grande Fratello.

«A un certo punto potevo stare tutto il giorno in giardino a fumare, senza l’assillo delle chiamate dell’avvocato, del commercialista. Dai tempi in cui mi svegliavo all’alba per andare sul set sognavo di dormire a Cinecittà: il sogno si era avverato. Purtroppo il cast non era un granché. Uscendo mi sono vista con una immagine cupa, drammatica. A 48 anni già dimostravo 10 anni in più e mi sono fatta il primo lifting. E dopo il Grande Fratello mi sono fatta il secondo: continuo a sentirmi “bionda” e difendo le donne».

E non esclude di fare il terzo.

«Il corpo annuncia la morte e io voglio sentirmi viva fino all’ultimo giorno».

Racconta l’amore con Pino Daniele.

«Minà mi aveva mandato a intervistarlo per Blitz. All’epoca stavo con Angelo, arrivai con la scorta: dopo il concerto mi disse “lasciali a terra e andiamo a cena, sali sul bus”. In quel momento, con i tamburi e le canzoni dal vivo, ho respirato quella libertà che mi mancava. Dopo la separazione ci siamo rivisti».

E poi Massimo Troisi.

«Di notte il suo cuore ticchettava come una sveglia, nel buio: mi chiamava di nascosto da Benigni, che era un po’ geloso. Sono stata io a convincere Massimo a tagliarsi i capelli».

Ha mai ricevuto una proposta indecente?

«Alain Delon a 20 anni mi invitò a dormire nella sua stanza d’albergo. Finsi di non capire».

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