Tecnica superiore, carattere e personalità zero. E stecca sempre l’occasione quando è atteso al salto di qualità
FALLI DA DIETRO – 28° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2021-22
Continuare a coltivarlo avrebbe aiutato.
Quando il sonno non vuole venire e hai bisogno di un sogno che dia tregua ai brutti pensieri.
Tregua. Che poi ha quasi le stesse lettere di guerra.
Togliamoci il pensiero.
La prima delle undici finali è andata.
La più importante è andata.
l’Inferno del Maradona accoglie i Diavoli intonando “Imagine” di John Lennon ed è bello.
Quando battevamo i Diavoli, Maradona non era uno stadio, ma c’era lui in campo a vincere.
Gli azzurri provano a partire di slancio.
L’intento è colpire subito e gestire da una situazione di vantaggio.
C’è anche un contatto evidente di Tomori sul polpaccio di Osi.
Orsato da Schio non vede e non vede neanche Valeri al Var.
Sistematicamente lo ignora questa sciagura che è Dazn.
Poi John Malkovich prende le misure.
Marcature a uomo a centrocampo che tolgono il fiato a Charlie Brown Lobo e all’Odalisco Andaluso.
E’ la chiave della partita.
Fra Cipolla non trova l’antidoto.
Perde la sfida fra i due tecnici e perde la gara.
Senza fonti di gioco il Napoli non sarà mai pericoloso in fase d’attacco. Mai un tiro in porta.
Poi a inizio ripresa l’episodio sfruttato da Giroud, ancora una volta determinante, e buonanotte al secchio.
Il Napoli è mancato nei sui giocatori più rappresentativi.
Politano e il Pibe di Fratta mai un duello vinto.
Il Signorinello Pallido e l’Odalisco mai in partita.
Si salva Osi per la grinta e l’impegno che ci mette su ogni pallone.
Fra Cipolla ai microfoni emula il suo omonimo compaesano boccaccesco nella dialettica fumosa e scombiccherata.
Ma fra una supercazzola e un’altra, gli scappa una frecciata al veleno.
“Se non sai reggere queste pressioni, diventa quasi impossibile vincere”.
Un atto d’accusa chiaro e diretto. Direi apodittico. Figlio evidente di una delusione che brucia.
Aveva lavorato soprattutto nella mente dei suoi più che nelle gambe. Sprecandosi in settimana in proclami retorici e un po’ azzardati.
Togliamoci il pensiero.
Il Napoli dell’era 2020 è questo qui.
Una squadra a cui manca sempre il centesimo per fare una lira.
Tecnica superiore, carattere e personalità zero.
E stecca sempre l’occasione quando è atteso al salto di qualità.
Intanto la quota scudetto progressivamente si abbassa.
Tutto a vantaggio di una squadra. Indovinate quale.
Acciughina ai microfoni afferma che contro lo Spezia la vittoria ha un valore superiore. Lo Spezia, dico.
Gli ergastolani consolidano il quarto posto nonostante un match orribile.
Dopo un primo tempo di controllo, non ne hanno più e rinunciano letteralmente a giocare.
Alla fine rimediano i tre punti. Ma devono ringraziare molto a lungo Gyasi e la pippaggine spezzina negli ultimi 25 metri.
Piccola chicca statistica: dopo 28 giornate di campionato la Juventus non ha ancora mai vinto una partita con più di 2 gol di scarto.
Sor Polpetta sorride.
A parte la beffa contro i nostri, la sua impronta è nettissima. Concretezza e tecnica. Fantasia declinata al risultato.
Ora poi, senza l’impegno infrasettimanale, può lavorare divertendosi e facendo divertire giocatori e tifosi.
Partita perfetta di Mou contro una Dea che sembrava ritornata in una forma straripante.
Successo di misura, ma la differenza in campo è più ampia rispetto al risultato.
Il tecnico portoghese toglie tutti gli spazi a Gasp e gli nega la solita manovra fatta di fraseggi e movimenti senza palla.
Micidiali le improvvise verticalizzazioni ad infilare una difesa nerazzurra sempre molto alta, sempre molto spregiudicata.
Micidiale il duo Zaniolo-Abraham sempre alla ricerca della profondità e dei punti deboli nelle retrovie nerazzurre.
Normale amministrazione per i Suninter contro gli ultimi della classe.
Si sblocca il Toro dopo tre mesi con una tripletta. Gli fa eco il Ciclope Bosniaco con una doppietta.
Certo, Salernitana ha facilitato il compito, ma l’Inter ha dato l’impressione di aver recuperato ritmo e qualità che sembravano smarrite nelle ultime tre partite.
I quinti che attaccano la profondità, gli attaccanti che affondano con efficacia.
E soprattutto un centrocampo finalmente coordinato e lucido nelle rotazioni e nelle scelte offensive.
Ciao Pinotto, bello esserti stato amico.