I nerazzurri accusano la Figc di non aver sanzionato il Bologna in occasione del mancato incontro del 6 gennaio. Si rischia di ritardare ulteriormente la disputa di una partita cruciale
Sette punti in sette partite, il certificato di una crisi di risultati che ha rallentato la corsa scudetto dell’Inter. Nulla è compromesso ma i nerazzurri sono in difficoltà. Certo, devono recuperare la partita col Bologna. La famosa partita col Bologna. Che però la società meneghina non vorrebbe giocare. La prova è il ricorso presentato proprio oggi al Coni, di cui ha informato l’organismo di governo dello sport stesso sul suo sito ufficiale.
L’Inter ricorre contro la Figc e la Lnp per non aver sanzionato il Bologna per la mancata disputa della gara del 6 gennaio. Non è arrivato, infatti, il “solito” provvedimentuccio del giudice sportivo che assegnava la vittoria a tavolino. Provvedimento che sarebbe stato caducato lo stesso in secondo grado, ma tant’è. In quel caso, al club felsineo non è stato addebitato nulla. Il provvedimento dell’AUSL di Bologna che disponeva la quarantena (in misura diversa rispetto alle situazioni vaccinali) per i calciatori di Mihajlovic a causa della situazione di focolaio riscontrata all’interno del club fu ritenuto legittimo perfino dai Tribunali amministrativi regionali, che all’epoca diedero invece ragione alla Lega Calcio su altre tre partite rinviate.
La mossa dell’Inter rischia di ritardare ulteriormente la disputa di una partita che assegna tre punti comunque importanti per le sorti del campionato. Più tardi si gioca, meglio è, per i nerazzurri. Che sanno di avere una sorta di “bonus” da tre punti. La Lega, intanto, nicchia anche sulle altre partite rinviate. Una pagliacciata incommentabile, molto italiana.