In conferenza stampa: «Devo fare i complimenti al Milan per il percorso fatto. Non possono essere più motivati di noi, le mie sensazioni sono buone»

Il tecnico del Napoli, Luciano Spalletti, presenta in conferenza stampa la partita di campionato contro il Milan, in programma domani sera allo stadio Maradona.
«Chi sta meglio non lo so, lo dirà la partita, noi per quanto mi riguarda stiamo al meglio possibile, siamo al top per giocarla»
«Da un punto di vista di percorso abbiamo avuto tanti infortuni, come il Milan, abbiamo dovuto mettere a posto molte cose, qui è stata la bravura dei calciatori a contagiarsi, non solo del Covid (ride, ndr), ma anche del sapersi distribuire la stessa determinazione e voglia di vincere. Su questo ci possiamo fare anche l’idea di aver costruito la forza della squadra nelle difficoltà, ma poi da un punto di vista di altre situazioni non trovo niente altro da rispondere, devo fare i complimenti al Milan per quello che è stato il percorso fatto da Pioli per arrivare a questa partita, in tre anni ha costruito una grande squadra con Massara, che conosco bene dai tempi della Roma. Con Maldini ho parlato diverse volte, sono un club forte»
«Non possono essere più motivati di noi, le mie sensazioni sono buone. Con la squadra e il pubblico stiamo mettendo insieme una bella storia, il pubblico ci sta caratterizzando nell’essere napoletani. Penso che insieme al pubblico c’è anche il nome di Maradona, lo stadio di Maradona, mettiamoci anche la benedizione di Maradona, per cui si diventa ancora più forti e l’abbiamo già provato a volte quest’anno, con il pubblico al nostro fianco ci sentiamo bene, sarà una bella notte».
«Dopo Cagliari si parlava di tutt’altro rispetto a oggi, dico che ci deve essere un modo di lavorare corretto, è quello che fa la differenza. Si era parlato, giocando un po’, perché quando hai tutto contro funziona così nel nostro lavoro, devi tirar fuori qualcosa che possa determinare delle reazioni e si parla di cose misteriose che si possono ancora avere e tirar fuori. Fabian ha fatto vedere il tiro, ma non si era vista ancora l’imbucata di Adam. Un po’ di nebbiolina aveva caratterizzato, trasformando, le forme di Insigne, ma poi non le aveva fatte scomparire, sono sempre lì, le va a riprendere perché sono momentaneamente nascoste, ma poi lui le ritrova. Oppure quella che è la determinazione della squadra di saper giocare a pallone e di diventare un po’ più fisica a volte e di andare a riprendersi qualche pallone che sembrava dell’avversario, gli si strappa e si riesce a trasformare un gol, ma poi è sempre la qualità dei calciatori oltre che la forza mentale che fa la differenza tra campioni veri e quasi campioni».
«Non c’entra essere bravo o non bravo, bravi sono quelli che lavorano sempre in un certo modo, vengono al campo e non cambiano umore, obiettivi e le cose che caratterizzano il professionista. I miei ragazzi sono professionisti che devono rendere conto al sentimento di una città come Napoli, che anche se stanno zitti dentro brucia tantissimo, un po’ come il Vesuvio. La differenza la fanno sempre loro, hanno qualità, bisognerebbe riuscire a trasformare a volte la leggerezza e la qualità in altre cose, ma i materiali è difficile cambiarli, ci puoi mettere però mano ogni tanto e modificare qualcosa ed è già un grosso traguardo. Il merito è sempre dei calciatori. Posso pronunciare sempre quella parola (scudetto, ndr), vogliamo giocarci le nostre possibilità, sappiamo che ci giochiamo moltissimo, che abbiamo la possibilità di rendere immortali le nostre carriere con roba del genere. Ma il campionato è ancora tutto da giocare, ci sono squadre fortissime, dipenderà da molti fattori. Io sto bene, perché possono essere più forti di noi ma non più motivati, in questo momento, e quindi non so se basterà quello che siamo ma ci vogliamo giocare la nostra chance».
«In quello che facciamo noi allenatori c’è sempre in mezzo la qualità delle persone che abbiamo davanti, la loro disponibilità. Quando sono arrivato tutti dicevate: tanto prima o poi litiga con qualcuno. Durante un campionato a fare questo lavoro ci sono momenti in cui devi intervenire e se dall’altra parte si insiste a fare nella maniera sbagliata io devo rimanere nella mia posizione, se dall’altra parte si riconosce di aver sbagliato, come faceva Victor all’inizio, ora non sbaglia più, è una sua maturazione di aver capito che ci sono delle cose che devi prendere e portarti dietro e delle altre che devi lasciare perché non fanno bene né a te né alla squadra e lui questa l’ha messa da parte, delle reazioni in campo della squadra in base a quello che succede, un po’ esagerate e nevrotiche, non ne vedo più, vedo una squadra che ragiona, valuta, sa accettare in alcuni momenti ciò che è avvenuto ed è stato ormai impostato e aspetta il momento adatto per invertire la situazione, si può parlare di una maturità della squadra ma è un po’ la risposta del carattere che hanno. Io ho conosciuto dei ragazzi per bene e delle persone con cui stare insieme e condividere molte cose».
«C’è bisogno di riempire la partita più di impatto fisico, di noi stessi. Il Milan è una squadra forte, ha caratteristiche che abbiamo anche noi a cui dobbiamo fare attenzione, l’uscita corta alternata con quella lunga, ogni tanto riportano palla col portiere e lui la mette alle spalle della linea difensiva e ti tira la pallata dalla parte dove ha giocatori velocissimi e ti ribalta l’azione, quello che facciamo noi con Osimhen. A Pioli si nasconde poco. Dobbiamo stare attenti a questo e saperla usare e alternare le qualità di cui il calcio moderno ormai è pieno, perché non è più solo essere ordinati, stretti, aiutare l’avversario, ma anche sapersi a volte allungare, aprire e andare a tirare queste sventagliate facendo l’uno contro uno in giro per il campo fatto di corsa e fisicità».
«Lozano ci sarà. Lobotka si è allenato tutta la settimana. Abbiamo recuperato molti calciatori, per questo sto bene. L’aver riempito l’allenamento di tutti i nomi che me lo fanno venire meglio fa piacere. Scrivendoci Anguissa, Lobotka, Lozano, Fabian Ruiz, anziché Spalletti, la palla viaggia velocemente. Anche chi è in panchina se ne accorge».
«Pioli ha detto che prima o poi riuscirà a battermi? Spero poi».
«Osimhen? Ha fatto gol a Venezia. Basta giocare una partita. Non occorre stimolarlo più di tanto. Osimhen si sta muovendo molto meglio di quando l’ho conosciuto. I calciatori ne apprezzano le qualità. C’è sintonia sotto tutti gli aspetti».
«Elmas? Lui è un trequartista, un sotto-punta, un giocatore da zona calda dove viene fuori la qualità, è uno che sa adattarsi in più situazioni. E’ un ragazzo intelligente, capisce tutto, il bello è che recepisce e non si dimentica niente. E’ uno che deve giocare fra le linee, qualche volta si abbassa, altre va sopra per andare in area avversaria, il futuro è con lui».