A Tmw. «Gli azzurri hanno una rosa competitiva. Riforme e settori giovanili? Se ne è parlato anche nel 2017: si dovrebbe parlare di meno e fare più fatti»

«La delusione, per un Paese che vive di pane e calcio, è grande. Non una tragedia visto che si tratta di calcio, ma calcisticamente parlando lo è. Le motivazioni è difficile anche trovarle, si dovrebbe andare molto più a fondo. Ai ragazzi non si può dire nulla, tranne che in una partita dalla quale ci si aspettava un risultato diverso per poi sperare di poter passare con un Portogallo molto forte. Siamo incappati in una sconfitta inattesa. Però la squadra ha dimostrato di aver dato tutto in campo»
Inizia dalla Nazionale l’intervista esclusiva che Tuttomercatoweb fa a Paolo Cannavaro, ex difensore ed ex capitano del Napoli, a margine della finale del Torneo di Viareggio.
«Di riforme e di settori giovanili se n’è parlato tanto quando non ci siamo qualificati l’ultima volta e se ne parla tanto ora. Sono diversi Mondiali che purtroppo dimostriamo dei limiti, si dovrebbe parlare di meno e fare più fatti. Essendo nell’Unione Europea, un limite agli stranieri non è possibile. Però calcisticamente siamo un Paese che ha poco da chiedere: abbiamo materia prima in quantità. Se ricominciamo a lavorare bene sui giovani possiamo riportare il calcio italiano ai livelli che ha sempre avuto a livello mondiale. Italia, Germania, Brasile, Argentina sono nazioni che non hanno da invidiare nulla a nessuno È una questione di coraggio, di tornare a credere nei ragazzi come si faceva una volta. Probabilmente anche badando meno alla tattica, ma dando cose diverse che poi sono quelle che si fanno altrove. Abbiamo esportato tanto nel calcio: non lo dico per presunzione»
Un passaggio sul Napoli, sulle concrete possibilità che ha di vincere lo scudetto.
«Ha le stesse possibilità di Milan e Inter. Mi verrebbe da dire anche della Juve, ma nel calcio italiano è difficile rimontare tre squadre. Il campionato è nelle mani di queste squadre, chi sbaglierà meno porterà a casa il tricolore. Le assenze a Bergamo? Sicuramente peseranno, ma chi giocherà non è da meno. Meglio non mettere le mani avanti, il Napoli ha una rosa ottima e può vincere anche senza Osimhen e di Lorenzo. Mi piacerebbe, a fine anno, poter dire che Spalletti è l’allenatore che mi ha colpito di più. Significherebbe che il Napoli ha vinto lo scudetto»