Al Secolo XIX: «Messi e Ronaldo sono ad alti livelli da tanti anni ma ora il calcio è diverso, ci sono più spazi. Diego aveva qualcosa in più tecnicamente»
Il Secolo XIX intervista Victor Munoz. Dal 1988 al 1990 giocò alla Sampdoria di Boskov, vinse Coppa Italia e Copa delle Coppe. Veniva dal Barcellona. Oggi compie 65 anni.
«Quella Sampdoria ha vinto tanto, il presidente Mantovani aveva creato una squadra fortissima».
Una squadra che era molto simile ad una famiglia.
«Una famiglia. Vivevamo tutti vicino al centro sportivo, era una squadra diversa dalle altre big, c’era un’atmosfera unica grazie anche a Boskov che mi aveva voluto dopo avermi allenato da ragazzo a Saragozza. La Samp non era una realtà grande come il Barcellona ma era un club ugualmente forte, con un presidente che amava il calcio e i suoi giocatori. C’era più affetto, amicizia e questo faceva la differenza».
Ricorda Vialli e Mancini:
«Erano una coppia speciale e lo sono ancora, belli da vedere in campo e fuori. Sono un esempio per molti, campioni e amici sempre, nei momenti felici ma anche più duri come quelli vissuti da Gianluca. Penso alla generosità reciproca, la forza che si danno. Vederli vincere all’Europeo mi ha fatto piacere, i loro abbracci mi fanno un effetto forte. Hanno fatto grandi cose per l’Italia e ora spero che vadano al Mondiale».
Su Maradona:
«Ho avuto la fortuna di giocare con lui e contro di lui. La mia prima al Camp Nou fu un’amichevole tra Barcellona e Argentina. L’allenatore Lattek mi chiese di marcare un giovane Diego, vincemmo 1-0 con gol di Simonsen, giorno indimenticabile. Poi siamo stati compagni al Barcellona e ci siamo sfidati con Samp e Napoli anche nella finale vinta in Coppa Italia (con assist di Munoz per l’1-0 di Vialli a Cremona). Maradona è stato un genio del calcio, peccato non sia in vita, meritava di essere ancora qui. Per me è stato il migliore della sua epoca e in assoluto, pensando anche a quello che era il calcio di quegli anni. Messi e Ronaldo sono ad alti livelli da tanti anni ma ora il calcio è diverso, ci sono più spazi, credo che Diego avesse qualcosa in più tecnicamente».