Sul CorSport la lettera ai tifosi laziali: «Non accetto illazioni sulla mia integrità. Non sono perfetto, ma sono una persona seria e un calciatore leale»
Dopo essere stato contestato sempre più spesso dai tifosi della Lazio ed essere finito nel frullatore per la risata isterica dopo il gol della vittoria del Milan, domenica (con annessa lite in campo con Marusic), il difensore della Lazio, Francesco Acerbi, affida una lettera ai tifosi al Corriere dello Sport. Premette che l’intenzione è solo quella di essere ascoltato. Scrive di avvertire una sensazione di estrema solitudine.
“Purtroppo da qualche mese vivo una situazione a livello personale che non mi sarei mai aspettato di vivere. Avverto una sensazione di solitudine che umanamente mi ferisce“.
Si sofferma sul fatto che i calciatori sono prima di tutto uomini, anche se nell’immaginario comune si pensa solo a quanto guadagnano.
“Il luogo comune nei confronti dei calciatori è che il nostro lavoro e i nostri guadagni ci rendano immuni agli stati emotivi – positivi e negativi – che caratterizzano la normalità di un essere umano. E per questo si tende a giudicare il calciatore come se fosse privo di emozioni e sentimenti, che nel nostro lavoro sono spesso molto forti e contrastanti. Spesso sbagliamo anche noi, siamo esseri umani, è giusto ricordarlo sempre”.
Dice di poter accettare tutto, tranne le illazioni sulla sua integrità.
“Ciò che non posso accettare sono le illazioni sulla mia integrità personale e professionale, sulla mia serietà e sul mio impegno a difesa dei colori della Lazio, con o senza la fascia di capitano al braccio”.
Continua:
“Non sono perfetto, non sono un robot, ma sono una persona seria e un calciatore leale. E su questo non si dovrebbe nemmeno discutere”.
Si può cadere, dice, si chiede scusa, ma adesso è il momento di guardare avanti.
“Ovviamente sono dispiaciuto per tutto ciò che è successo in passato e per le tensioni che ne sono derivate nell’ultimo periodo. Mi sono scusato più volte per gli episodi in cui ho commesso qualche errore, per eccessiva impulsività e poca lucidità. Il futuro, per quanto mi riguarda, è la prossima partita con la maglia della Lazio, quella che ho sempre onorato e indossato con orgoglio. Mi piacerebbe che tutti insieme potessimo voltare pagina, almeno per concludere la stagione nel migliore dei modi, con dignità e rispetto reciproco“.