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Blessin: «A Stoccarda vidi la finale di Coppa Uefa in mezzo ai napoletani. Ballavano e cantavano porompompero-però»

L’intervista a Sportweek. «Mi sono innamorato di voi il 17 maggio 1989, non dimenticherò mai il riscaldamento di Maradona»

Blessin: «A Stoccarda vidi la finale di Coppa Uefa in mezzo ai napoletani. Ballavano e cantavano porompompero-però»

È uno degli uomini del momento. Prima della sosta ha incassato la prima vittoria alla guida del Genoa dopo sette pareggi e il suo gioco “alla tedesca” ha convinto tutti, perfino Capello che l’ha lodato recentemente a Sky. Stiamo parlando ovviamente di Alexander Blessin che ha rilasciato una lunga intervista a Sportweek. L’articolo inizia così: «aspetti un tedesco e ti trovi davanti un napoletano».  Un napoletano: perché?

«Ero già stato da voi: Venezia, Bolzano… Poi a Stoccarda vivono molti italiani, gente calorosa, “emozionale”. Mi è sempre piaciuta la Serie A, con tanti club di spicco. In questi mesi, prima che arrivassi, Theate, che ho avuto all’Ostenda e adesso è al Bologna, mi aveva parlato molto bene del livello del vostro calcio. La verità è che mi sono innamorato di voi il 17 maggio 1989, quando il Napoli venne in Germania per giocare la finale di Coppa Uefa. Era il Napoli di Maradona: non dimenticherò mai il suo riscaldamento in campo. Palleggiava con ogni parte del corpo e la palla non cadeva mai a terra. Avevo 16 anni, vidi la partita in mezzo ai tifosi napoletani: saltavano tutti, la tribuna tremava e io pensavo: “Cazzo, adesso viene giù tutto”. Finì 3-3, all’andata il Napoli aveva vinto 2-1 e conquistò la coppa. I tifosi ballavano e cantavano: porompompero-però-porompompò (inizia a cantare ritmando con la mano sul tavolo). Unbeliavable, incredibile!»

Aveva una squadra italiana del cuore?

«Guardavo soprattutto quelle dove c’erano giocatori tedeschi. Quindi l’Inter di Rummenigge, Matthaus e Brehme o la Roma di Voller»

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