Al Corriere: «Sono di origini popolari, cresciuto in un posto dove l’essere umano che avrei voluto diventare era molto lontano da quel contesto»

Sul Corriere della Sera un’intervista ad Alessandro Borghi. Su Sky Atlantic sta per tornare la nuova stagione di Diavoli, con Patrick Dempsey (dal 22 aprile). Racconta la sua adolescenza, è cresciuto all’Eur, a Roma.
«Sono di origini popolari e ne vado fiero. Ma sono cresciuto in un posto dove l’essere umano che avrei voluto diventare era molto lontano da quel contesto. La scelta che ho dovuto fare da molto giovane è stata se far parte di quella roba lì o se guardala da lontano. Quando hai 15 anni e tutti i tuoi amici o si drogano o fanno le rapine e tu decidi di non farlo, ecco, quella è una scelta».
Uno dei suoi ruoli più celebri è quello di Stefano Cucchi. Commenta la sentenza che ha dato 12 anni di carcere a due
carabinieri.
«È una risposta alla lotta che si sta facendo da tanti anni con Ilaria e con una serie di persone che non crede che Stefano fosse un tossico che meritava di morire. Ho due pensieri a riguardo: il primo è che 12 anni sono pochi, il secondo è che ci sono molte persone rimaste impunite e che invece dovrebbero pagare le conseguenze per quello che hanno fatto. Un sacco di persone non si sono occupate di Stefano come avrebbero dovuto, non solo due».