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Calcagno: «Gli stipendi dei calciatori sono troppo alti? Sono poco più del 50% dei ricavi»

Il presidente Aic alla Gazzetta: «Sono le società che firmano. I grandi campioni generano risorse per i club anche fuori dal campo»

Calcagno: «Gli stipendi dei calciatori sono troppo alti? Sono poco più del 50% dei ricavi»
Mg Milano 21/11//2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Matteo Darmian-Lorenzo Insigne

La Gazzetta dello Sport intervista Umberto Calcagno, presidente dell’Assocalciatori. Il tema è quello dei maxi stipendi dei calciatori.

«Lo dice il Report-Calcio, il monte stipendi, parliamo di stipendi, è di poco superiore al 50 per cento».

Spiega:

«Una cosa sono gli stipendi, un’altra gli ammortamenti, bisogna chiarirlo».

Sul discorso salary cap:

«Non ci si può accusare di scarsa sensibilità nei confronti del problema della sostenibilità. Le forme di salary cap sono diverse. Siamo totalmente a favore delle regole che aiuteranno la sostenibilità. Noi sosteniamo sia il sistema di monitoraggio e controllo che si sta definendo in Federcalcio, sia quello che la Uefa farà scattare in campo internazionale. Il tema non è quello di far scappare chi vuole investire nel calcio. Per spendere, però, bisogna poterselo permettere».

Resta, gli fanno notare, il dato di compensi insostenibili.

«Sono le stesse società che firmano. E noi siamo davvero preoccupati per i costi dei club».

La ricetta è incrementare gli investimenti:

«La sostenibilità è fare degli investimenti. Sui vivai, sulla crescita dei giocatori selezionabili per la Nazionale, e perché no sulle seconde squadre. Perché, tranne la Juve, nessuno è riuscito a investire sulle seconde squadre?».

Non servirebbe anche una maggiore equità nella categoria dei calciatori?

«I grandi campioni sono anche quelli che generano risorse. Oggi il top player è anche la possibilità dei benefici per le società anche fuori dal campo. Però certo, sono convinto che ci sia un problema di redistribuzione delle risorse nel sistema».

 

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