La conferenza stampa. «Sono propenso a guardare al futuro, pur sentendo la responsabilità per quanto è accaduto. Se permette, vado avanti»
L’allenatore del Napoli Luciano Spalletti è intervenuto in conferenza stampa dal Konami Training Center di Castel Volturno per presentare Empoli-Napoli, sfida valida per la trentaquattresima giornata di Serie A.
Gli azzurri devono riscattarsi dopo la sconfitta con la Fiorentina e il mezzo passo falso contro la Roma nelle ultime due partite casalinghe. L’occasione arriva domani, domenica 24 aprile, ore 15. Si gioca al Castellani di Empoli, coi padroni di casa che non vincono da dicembre, proprio dal match d’andata contro il Napoli. Al Maradona segnò Patrick Cutrone, la squadra di Andreazzoli vinse 0-1.
«Abbiamo ancora la possibilità di vincere lo scudetto, quindi anche il dovere di crederci. Assumendosi il peso della responsabilità di ciò che è accaduto ultimamente, ma ci crediamo».
I troppi infortuni. «È un discorso che faremo alla fine. Infortunati, non infortunati, chi c’è o chi non c’è bisogna essere bravi a non ragionare al passato, bisogna essere bravi a ragionare al presente. Quelli che pensano al passato sono masochisti, si fa giocare quelli che ci sono e si deve vincere le partite con quelli che ci sono. Abbiamo convocato Barba della Primavera, siamo 21. Zanoli va valutato perché ha un malessere, una gastroenterite. Quando si arriva a questo punto del campionato ci son sempre delle situazioni. A noi ce n’è successa qualcuna di più ma bisogna saper trovare comunque la soluzione, non star lì a ragionare su quello che è successo. Sono situazioni connesse ma non uguali, si guarda a quelli che ci sono e fare ugualmente una buona partita».
Più gamba e meno tecnica per le condizioni del campo? «Cosa ci sarebbe di diverso rispetto a quello che abbiamo sempre fatto? Non capisco a cosa si riferisce. Se si riferisce a Demme è a disposizione, uno di quelli che possono giocare, s’è allenato bene, sta bene».
L’incontro con De Laurentiis. «Non so se crede nello scudetto ma non è vero che l’ho incontrato in settimana. L’ho incontrato tempo fa, è sempre stato molto attento a mettere a disposizione quello che ci vuole poi è chiaro che lo scorrimento dei risultati a volte fa tentennare un po’, ma questo è al di fuori di ciò che avviene nel gruppo. Nel gruppo si pensa tutti alla stessa maniera, si ha tutti lo stesso modo di ragionare. Il trucco è sentire addosso questa situazione. La situazione che stiamo attraversando, la fame dell’empoli, la responsabilità che viene dai tifosi, sentire addosso la causa. Se te ne frega poco non la senti addosso e cambia tutto»
Le ultime due partite in casa con Roma e Fiorentina. «Sono propenso a guardare al futuro, a vivere bene quello che sto vivendo, sentendo la responsabilità e la colpa per quello che è avvenuto. Se permette, però, vado avanti».
Cosa si aspetta da queste partite. «La squadra deve affrontare le partite con la volontà di vincerle. Magari giocando anche un buon calcio perché s’è cambiato delle situazioni tattiche ma sempre tentando di avere in mano il pallino della partita, tentando di stare addosso gli avversari, andando a mangiare campo e a guadagnare campo per fare la partita più alta possibile. Mi aspetto un comportamento coerente a come abbiamo ragionato per tutto l’anno, in tutti gli allenamenti».
Il futuro di Spalletti. «Il mio futuro si chiama Empoli, il mio presente si chiama Empoli. Tutto il resto ci sarà tempo per parlarne quando saremo a bocce ferme. Però non sono cose importanti ora. Importanti sono questi cinque risultati davanti a noi. Dobbiamo puntare alla vittoria perché ci abbiamo sempre creduto, perché io ci credo, perché i tifosi ci credono, perché il Napoli ci deve credere».
Se ha dato fastidio il borbottio di De Laurentiis sui cambi di cui ha parlato nel post-partita dopo la Roma. «Non mi dà fastidio, è una cosa che probabilmente è abituato a fare come fanno in tanti. Col senno di poi però è troppo facile avere ragione sui cambi. Mi prendo la colpa di aver immaginato dei cambi e quello che è immaginato non s’è verificato ma è naturale, sono io che faccio la formazione e le scelte. Sono io quindi che faccio bene o che sbaglio».
Il caso Zielinski. «Da Piotr mi aspetto che ritrovi la tranquillità che lo contraddistingue come persona e come calciatore. Ha classe, qualità ed estro e deve ritrovarle».