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I padri servono, anche quelli sbagliati

“Una vita in fuga” è l’ultimo film diretto ed interpretato da Sean Penn. Quando i padri trasmettono ai figli la libertà, sta poi ai figli accettare quest’eredità

I padri servono, anche quelli sbagliati

“Una vita in fuga” è l’ultimo film diretto ed interpretato da Sean Penn in concorso a Cannes, una storia vera tratta dal libro di memorie di Jennifer Vogel, ora nelle sale italiane. John Vogel (Sean Penn) è un Peter Pan con moglie Patty (Katheryn Winnick) e due figli, Jennifer (Dylan Penn) e Nick (Hopper Jack Penn), veri figli di Penn nella realtà. John ha una mania per la Festa della bandiera e pur vivendo di espedienti cerca di rendere indimenticabile il momento in cui sta con i figli: è la metà degli anni ’70, ma il film inizia dalla fine (1992) e poi racconta (dal 1975) la storia di questa famiglia americana.

È Dylan la vera narratrice del film, “perché le immagini dell’infanzia sono sfocate e sbiadite” ed è il rapporto padre-figlia che viene indagato. Dylan è bambina quando John affitta un cottage al lago e beve come oro colato tutto quello che il padre le dice. Poi è ragazza al liceo con il fard sempre più scuro, dark che incendia la sua High School come il padre John brucia la sua paninoteca. E via così quando fuggendo dal nuovo compagno della mamma ritorna a vivere con John, sempre più cazzaro in cerca del suo segno nel mondo “perché sarebbe bello lasciare indietro qualcosa di sé”.

Anche Dylan cerca di lasciare il segno e riesce ad iscriversi alla Facoltà di giornalismo dell’Università del Minnesota perché il giornalismo è trovare la verità nelle cose e riesce a diventare una buona reporter. Il finale lo lasciamo a chi vorrà vedere questo film che è molto americano – nel senso che racconta cos’è l’America con le sue promesse mai mantenute – ma anche molto europeo nel racconto profondo delle contraddizioni che ne derivano.

“Una vita in fuga” ha una fotografia (Daniel Moder) ed una colonna sonora – con canzoni orginali di Cat Power, Glen Hansard, Eddie Vedder e la figlia di quest’ultimo, Olivia Vedder – da Oscar. Ma c’è una morale nel film che va oltre la morale codificata: i padri servono, anche quelli sbagliati, e quando trasmettono ai figli la libertà sta poi ai figli, accettare quest’eredità, e farne un uso per lasciare il proprio segno nel mondo.

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