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Il Gringo Giusti: «Prima di morire, Maradona scrisse nella chat dell’86: “Io sono il vostro capitano”»

A La Nacion: “Mi ha aiutato con la dipendenza di mio figlio, dopo la morte di mia moglie eppure diceva “io non sono un esempio di niente”»

Il Gringo Giusti: «Prima di morire, Maradona scrisse nella chat dell’86: “Io sono il vostro capitano”»
1990 archivio Storico Image Sport / Argentina / Diego Armando Maradona / foto Imago/Image Sport

Ricardo Giusti, il ‘Gringo’, è uno dei quattro giocatori dell’Argentina campione del Mondo in Messico che non va a festeggiare il gol del 3-2 alla Germania Ovest con Burruchaga. Gli altri sono Pumpido, Ruggeri e Brown. “Dovevo stare a metà campo in modo che la squadra avversaria ci avrebbe trovato nella giusta posizione alla ripresa del gioco”.

Giusti è rimasto così. È l’unico campione del mondo dell’86 che non ha fatto l’allenatore o il direttore sportivo. In una lunghissima intervista a La Nacion dice che il calcio argentino di adesso fa un po’ schifo, rovinato dai soldi, sì, ma sorprattutto dall’ignoranza dei dirigenti. E parla di Maradona, ovviamente. Lo chiama “figlio di puttana” almeno 5 volte nel corso dell’intervista. “Un insulto pieno di ammirazione, gratitudine, nostalgia e un po’ di rabbia per dover accettare la realtà”.

Giusti e Maradona oltre che in nazionale hanno giocato insieme nell’Argentinos, dal 1979 al 1980: “Senza dubbio, ma senza dubbio!, quello è stato il miglior Diego della storia. Penso che l’Argentinos sia stata la squadra peggiore di cui abbia mai giocato, ma siamo arrivati ​​secondi. Come mai? A causa di quel crack, ha fatto cose meravigliose…”.

Aveva un rapporto intimo con Diego:

“Quando mia moglie è morta nell’incidente d’auto, il giorno dopo mi ha chiamato al telefono: ‘Gringo, sono qui per qualsiasi cosa tu abbia bisogno’. Lui e Claudia. Abbiamo avuto tanti problemi con mio figlio, con Franco, seri problemi di dipendenza, e Diego, mentre era a Dubai, mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Gringo, vieni qui, vieni con il ragazzo, lascialo qui, io sono qui per quello che vuoi’. Quel lato di Diego è poco conosciuto e l’abbiamo conosciuto bene noi. Prima di morire, il figlio di puttana ci ha scritto nella chat che abbiamo coi campioni dell’86: ‘Io sono il vostro capitano’“.

“Diego aveva quelle cose che ti facevano tremare. Pensava sempre agli altri, voleva che a nessuno mancasse niente. Aveva un grande cuore e la gente non lo sa. Ma lui stesso diceva sempre: ‘Io non sono un esempio di niente'”. La morte di Diego ci ha trafitto tutti. La gente mi chiama ancora oggi per porgere le proprie condoglianze… a me. Quello che quel ragazzo ha generato è stato incredibile”.

Giusti critica il sistema calcio attuale, che non è solo quello argentino:

“Quando ho smesso non mi piaceva tutto ciò che mi circondava: i tifosi e soprattutto i dirigenti…, che in Argentina mi sono sempre sembrati di una qualità molto poco professionale. E quello che mi sembrava allora, oggi è molto peggio. Molti dei nostri problemi sono dovuti al basso livello di leadership. Nessuno è addestrato, nessuno si prepara. I dirigenti sono i principali responsabili del crollo del nostro calcio. E sai perché? Perché trascurano la base. Oggi parlo con un allenatore di prima o seconda categoria e lui mi dice: ‘Voglio giocare così, ma rischiamo di perdere. E se perdo, i capi mi buttano all’inferno. Ecco come viene gestito il calcio argentino. Il sistema è intossicato dalla testa. I bambini li bruciano, li distruggono”.

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