Calcio di un altro pianeta, con qualche amnesia difensiva di troppo. Il City parte forte, il Madrid non si disunisce e resta in gara

All’Etihad Stadium stasera hanno praticato uno sport chiamato calcio ma noi fatichiamo a trovare punti in comune con quello abitualmente giocato sui campi di Serie A. Partita mostruosa, seppure con qualche amnesia difensiva di troppo. Ritmi altissimi, calciatori sempre pronti a scatti ad altissima intensità. Abbiamo visto avverarsi i nostri sogni di bambino quando speravamo di vedere un cartone animato Mazinga contro Goldrake per vedere chi era più forte.
Semifinale d’andata di Champions League tra Manchester City e Real Madrid. La squadra di Guardiola ha vinto 4-3, con merito. L’esito, ovviamente, è ancora aperto. Il City ha dato dimostrazione di intensità e di costanza. Ha avuto un avvio fulminante, con gol dopo appena 90 secondi (colpo di testa di De Bruyne su taglio di Mahrez) e raddoppio al decimo con Gabriel Jesus che ha approfittato di una incertezza di Alaba in non perfette condizioni fisiche. Il Madrid è stato bravo a non disunirsi.
Il City non è riuscito a chiudere la partita quando ne ha avuto la possibilità. Benzema come al solito non ha perdonato e alla prima occasione – un sinistro al volo di rarissima difficoltà – ha segnato. Nella ripresa il Real si è presentato con Nacho al posto di Alaba ma la squadra di Ancelotti ha continuato a palesare imprevedibili debolezze difensive. Come la palla persa che ha portato al 3-1 di Foden (uno dei migliori) su cross di Fernandinho.
Il Madrid ha poi segnato con Vinicius che si è fatto 50 metri indisturbato, senza che i centrali del City gli andassero incontro. C’è stato il tempo per un formidabile 4-2 di Gabriel Silva e il 4-3 di Benzema su rigore, ovviamente col cucchiaio.
È stata una partita da mal di testa. Una sfida tra titani. Il City è più forte, ha calciatori più forti. Il Madrid in teroria è più esperto anche se stasera ha commesso errori difensivi non da blancos.
Mercoledì prossimo il ritorno.