ilNapolista

Manchester non può chiedere a ten Hag di cambiare la cultura del club, non è un balsamo per capelli

L’opinione del Guardian. Non si deve provare a rendere lo United «come l’Ajax». Bisogna organizzare il talento e le risorse economiche che ai Red Devils non mancano

Manchester non può chiedere a ten Hag di cambiare la cultura del club, non è un balsamo per capelli
Mg Torino 16/04/2019 - Champions League / Juventus-Ajax / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Erik Ten Hag

Nei giorni successivi all’annuncio di Erik ten Hag come prossimo allenatore del Manchester United, nella piovosa cittadina inglese s’è cominciato a stra-parlare della portata oltre che della durata della mission dell’oramai ex allenatore dell’Ajax. Lo scrive il Guardian, che non è certo sorpreso da questo modo di fare. «Quanto tempo ci vorrà? Quanti anni rimarrà? C’è chi dice che ha firmato per cinque anni, qualcun altro scrive che ne sono sei». 

«Ma che ne dite di dieci anni, o cento?», propone il Guardian. Anzi, «che ne dite di anni infiniti?»

Per il giornale inglese si tratta di una discussione inutile. Prima di tutto perché priva di contenuti, visto che sono semplicemente numeri gridati all’aria senza alcun criterio. Non si potrebbe – ci si chiede – serenamente ammettere che qualora il Manchester United imboccasse una direzione sbagliata, qualora non arrivassero i risultati, allora Ten Hag non rimarrebbe né cinque, né sei e né dieci anni?

Il punto, però, è un altro: non si può pensare – secondo il Guardian – che assumere un allenatore sia come mettere un balsamo per capelli. «Riparaci», la preghiera. O, addirittura, «dacci una cultura». Bene, Ten Hag non potrà assolvere all’assurda richiesta di rendere lo United «come l’Ajax» senza nessuna delle strutture che rendono l’Ajax l’Ajax. Mettere ten Hag sulla panchina dei Red Devils con questa speranza è come pensare che indossare una maglietta replicata possa trasformarti in Cruyff. In sostanza, è una follia.

Per il Guardian il calcio moderno è un gioco costruito su due pilastri: il talento e i soldi. E quindi la quinta squadra più ricca del mondo, lo United, può ancora dire la sua. Ne è la prova, paradossalmente, la partita con l’Arsenal: i Red Devils potevano segnare sei gol, tra pali, parate del portiere, errori sotto porta. Pur dentro una prova disseminata di errori, il Manchester in una sconfitta per tre a uno ha mostrato margini su cui ten Hag potrà insistere. Al di là dell’isteria che circonda questa squadra, il giornale inglese è dell’idea che più che portare «il calcio totale», all’ex allenatore dell’Ajax va chiesta organizzazione. Del talento e delle risorse economiche.

ilnapolista © riproduzione riservata