A Fanpage. «Preferii la Roma al Napoli per i tifosi del Cagliari. Hai voglia di dire che hai fatto 30 tiri in porta, con le statistiche non ci fai niente. Devi far gol»

«Anche per me è curioso: stato più tempo della mia vita in Italia che in Belgio. Per il momento l’esperienza è positiva. La quotidianità dell’Italia però mi manca, anche perché lì sono cresciuto e sono diventato uomo. Ora sto vivendo da adulto nella città dove sono stato bambino»
Radja Nainggolan è tornato in Belgio dopo 17 anni in Italia. Ha rilasciato una lunghissima intervista a Fanpage. Ha parlato della sua esperienza nello Stivale, ma anche del campionato italiano visto da fuori. Ne riprendiamo alcuni punti.
«Ho avuto una carriera importante, ma a livello umano ho sempre vissuto come una persona normale. Ad alcuni potrebbe sembrare arrogante e ad altri onesto, mentre ad alcuni posso star simpatico e ad altri stare sul cazzo per i soldi che ho guadagnato, perché mi piacciono le belle macchine e i bei vestiti, ma purtroppo in molti si limitano alle apparenze»
A Nainggolan sono stati contestati comportamenti non sempre impeccabili.
«Non ho mai saltato neanche un allenamento. Poi per quanto riguarda alcuni video si tratta di cazzate di percorso. Gli sfottò tra le tifoserie ci stanno, così come le provocazioni. Magari il video di capodanno è stato un errore banale, ma ero a casa mia. Se sto a casa non va bene, se sto in discoteca non va bene… Quindi non si può fare niente? Però giustamente ho sbagliato a dire certe cose, ma ho pagato per quanto fatto e vado avanti»
Le difficoltà all’Inter.
«Con Conte non ho avuto alcun problema. Ho lavorato cercando di ricavarmi il mio spazio e lui ha fatto altre scelte, che rispetto. È facile dire ‘Non gioco, l’allenatore non è bravo’. Per me Conte è un allenatore importante, e non per niente ha riportato lo scudetto a Milano. Io poi ho fatto una scelta tornando a Cagliari, dove mi sono sempre sentito a casa. E dopo il mio ritorno alla fine del girone d’andata eravamo terzi, anche se poi non abbiamo retto. Per me ogni allenatore ti dà qualcosa. Ho avuto anche Pioli e Iachini, che per me preparava benissimo le partite, forse un po’ all’antica… Di base credo che finché tu impari qualcosa di nuovo ogni allenatore è importante»
La corsa scudetto del Napoli è compromessa?
«Con la Roma il pareggio è stato il risultato giusto. Credo che il Napoli quest’anno avrebbe potuto davvero vincere lo scudetto. Però adesso ha pareggiato con la Roma, il tutto dopo aver perso tante partite in casa in maniera infelice. Dopo il pareggio con la Roma è più difficile. Servirebbe un maggiore equilibrio. Perché poi la passione è troppo pesante. Io alla Roma ad esempio accettavo le battute e ridevo, ma altri giocatori invece no. Giocavo nel ruolo di Zielinski? Ha molta più qualità di me. Con me era diverso perché ero il primo a fare pressing insieme al centravanti»
Nel 2014 preferisti la Roma al Napoli per una questione meramente economica?
«Non solo per una questione economica. Sai come funziona, quando sei molto legato a una piazza ovviamente qualcosa ti condiziona. Parliamoci chiaro, sia Napoli sia Roma sono due piazze bellissime, sono le più importanti a livello di tifo in Italia. Ho pensato fosse più giusto andare alla Roma per rispetto ai tifosi del Cagliari»
Se si sentiva il centrocampista più forte del campionato.
«Avevo una concorrenza importante. C’erano giocatori come Pjanic, Hamsik, e gli stessi De Rossi e Strootman, che giocavano con me. Poi per i gol Hamsik era impressionante, faceva 15 gol a stagione, si inseriva meglio di me e batteva anche i rigori»
La Nazionale.
«È stato l’attuale tecnico Robert Martinez a farmi capire che non ci fosse posto per me. E con una scusa assolutamente fuori luogo. Venne a trovarmi dopo la fine della stagione 2017-18, prima dei mondiali, per dirmi che non mi poteva far giocare come giocavo nella Roma, a ridosso delle punte. Ma io avrei giocato ovunque, o sarei andato anche in panchina, perché onestamente un posto tra i 26 convocati al mondiale lo meritavo. Per questo poi ho deciso di smettere. Martinez guardava troppo al comportamento fuori dal campo e mi ha lasciato fuori. E in quella stagione avevo giocato le semifinali di Champions»
Come giudichi l’eliminazione dell’Italia dai mondiali?
«All’Europeo è stata la squadra che ha voluto vincere più delle altre. Chiellini ha trasmesso la sua mentalità vincente a tutti. Poi, quando pensi di essere sicuro di passare contro una squadra piccola come la Macedonia… te la prendi in culo. La Macedonia si è difesa tutta la partita e poi tirano una volta e fanno gol. Hai voglia a dire che hai fatto trenta tiri in porta, con le statistiche non ci fai un cazzo. Devi far gol»