Arriverà sempre una Fiorentina sul nostro match-point. Il Napoli è come me, sono sempre a dieta ma alla fine non dimagrisco mai
Il mio Napoli Fiorentina 2-3
- Ci sono dei tennisti fantastici che quando vanno a servire per il match per un torneo importante, gli si rimpiccolisce la racchetta come quella del ping pong, l’avversario si trasforma in McEnroe, la rete si alza di un metro e la loro metà campo si raddoppia, mentre l’altra si dimezza. E, ovviamente, perdono il servizio magari con un doppio fallo. Per poi perdere la partita e il torneo.
- Ci sono tennisti a cui capita sistematicamente. E le cause non possono essere il campo veloce, il pubblico rumoroso, le palline sgonfie o la tensione della racchetta. Perché appunto capita sistematicamente.
- Nei momenti topici, nel bene e nel male, poi, c’è sempre la Fiorentina.
- L’esito del primo scudetto, la rimonta 0-2, 3-2, del secondo, la giornata successiva al primo Maggio che teoricamente ci vedeva ancora in tempo e in gioco e l’albergo con Simeone in portineria.
- Non so se ieri possiamo considerare l’evento sullo stesso tenore, mi auguro però che non sostituisca il Napoli Verona dello scorso anno che ha raggiunto il terrapiattismo del tifo.
- Non so inoltre se si possa considerare una fondamentale sliding doors perché, in realtà, la Fiorentina fa parte di una trilogia casalinga che è iniziata con l’Inter, è proseguita con il Milan prima di giungere, e speriamo di aver concluso, ieri.
- E la trilogia attuale si aggiunge poi alla infinita lista di deja vu che si ripropongono come un loop infinito di “serving for match” senza mai riuscire a concludere il punto finale.
- Per anni abbiamo cercato le cause nei giocatori, negli allenatori, nel presidente che non caccia i soldi, nel doppio impegno, nella rosa non omogenea, nel mercato di gennaio, nelle strutture carenti, nel pubblico immaturo, nei giornalisti prezzolati, nell’ambiente. Davvero abbiamo ampliato la nostra creatività e fantasia quando c’era da puntare il dito.
- Ieri ho visto il fotogramma in cui Lozano non è riuscito a servire Mertens per il più facile dei passaggi che avrebbe potuto aprire un’autostrada al belga verso Terracciano. Ed eravamo sull’1-1.
- Quel fotogramma è il perfetto alibi della sconfitta, del mancato scudetto. Potremmo piazzarlo subito dietro l’autorete di Ferrario o il tiro di core ingrato, il 9 di Bagni, il gol mancato di Maggio a porta spalancata contro il Chelsea o il rigore di Higuain in curva o gli infiniti match point falliti, fino al Napoli Verona dello scorso maggio.
- Eccetto il campionato delle porcate in cui Pjanic-Rafinha fu solo la punta dell’iceberg, e non un alibi, di una annata surreale, in tutti gli altri casi io credo invece che ci sia una specie di karma o un destino infame che aleggia su questa squadra e su di noi.
- La verità, se di verità si può parlare, è che se Lozano avesse imbroccato il passaggio, Mertens avrebbe segnato? Forse sì. Ma sicuramente sarebbe accaduto qualche altro episodio nefasto su cui ci saremmo sgolati.
- Il Napoli è come il sottoscritto che prova ogni inverno a fare una dieta. E ogni inverno ne prova una diversa. Impegnandosi e sacrificandosi. Arrivando però ogni santissima estate a non raggiungere mai il peso desiderato.
- Perché è così. Non c’è una spiegazione. Sarà il metabolismo lento o il dna. Sarà il destino, la sfiga o l’intolleranza alla vittoria.
- Poi, quando sento che non è finita, non so che pensare, come reagire. Se gioire perché c’è ancora speranza, o bestemmiare perché puntualmente, nel momento cruciale, ci sarà un doppio fallo e torneremo qui, disillusi, a mangiarci il fegato per un’altra occasione persa e il fotogramma di Mertens che, servito alla perfezione da Lozano, la tira alla stelle a un metro dalla porta al 95’.
- Forse oggi viviamo momenti più eclatanti perché l’obiettivo sarebbe quello più grosso e teoricamente ci saremmo ancora abbastanza vicini e decisamente in corsa.
- Ed è eclatante anche perché, a mio parere, non siamo migliori degli anni in cui avremmo meritato molto di più, ma, a differenza delle stagioni scorse, non c’è l’ammazza campionato. E le altre contendenti sembrano facciano gara a chi perde più occasioni. E questo, oltre l’aspettativa, alza anche il tasso illusorio. Che poi è direttamente proporzionale al bruciore: alte illusioni, forti bruciori.
- Anche se devo ammettere che un po’ ci ho fatto il callo. Non mi meraviglio più. Perché quello che è successo oggi, è già successo. E succederà ancora.
- Ma per fortuna o per disgrazia, non è ancora finita.
- Ci servirebbe un break point. E un doppio fallo dell’avversario.
- Forza Napoli Sempre
Gianluigi Trapani ilnapolista © riproduzione riservata