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Tedesco: «Ero ingegnere alla Daimler, ho lasciato tutto per il calcio. Allenare mi dà il fuoco dentro»

Alla Gazzetta il tecnico del Lipsia nato in Calabria e in Germania dall’età di due anni. «Mai pentito della mia decisione nemmeno per un secondo»

Tedesco: «Ero ingegnere alla Daimler, ho lasciato tutto per il calcio. Allenare mi dà il fuoco dentro»

La Gazzetta intervista Domenico Tedesco allenatore del Lipsia. Calabrese, è in Germania da quando aveva due anni. Allena il Lipsia avversario dell’Atalanta in Europa League.

«Sono arrivato in Germania che avevo due anni, dell’inizio non ho grossi ricordi. Ma ho avuto poi un’infanzia felice, con tanti amici. Il calcio ha giocato un ruolo importante, dopo la scuola ogni giorno ci trovavamo tutti noi ragazzini per giocare: resta un periodo molto bello».

Da studente-lavoratore-allenatore ha deciso di lasciare il posto fisso per dedicarsi solo al calcio. Era sicuro che non fosse un rischioso salto nel buio?

«Dopo la laurea in ingegneria industriale ho lavorato per la Daimler, anche se non ero direttamente assunto dall’azienda che costruisce le Mercedes, ma da un fornitore esterno. Nel 2013 è arrivata la possibilità di entrare stabilmente nel settore giovanile dello Stoccarda, sarebbe diventata la mia occupazione fissa. Non ci ho pensato due volte: lavorare da ingegnere era bello, ma la mia passione più grande era ed è ancora il calcio. Per me non è stato un rischio, ma una possibilità gigantesca. Non mi sono mai pentito della mia decisione nemmeno per un secondo. Amo veramente il calcio e poterci lavorare è un grande privilegio: l’essere allenatore mi dà il fuoco dentro. Era così già da quando ero bambino nella squadretta del mio paese. Non è cambiato nulla».

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