Tifare è un cazzeggio, non una dottrina. Se proprio è necessario prestare ascolto, chiedi sempre di poter leggere in anticipo il curriculum di chi parla
Cara amica, giovane concittadino,
Non arrenderti al limite di Frattamaggiore. Non cedere all’idea che il mondo finisca a Mergellina. Non chiedere al caffè più della propria popolare eppur sempre relativa bontà. La vita è tua ed è breve e, a meno che tu non viva ancora nel tiepido plagio di una qualche noiosa religione abramitica che ti abbia convinto dell’aldilà, essa è troppo breve per legarla con un nodo scorsoio alla storia millenaria di qualsivoglia decumano maggiore o ai cicoli di un casatiello.
Fa’ che la tua permanenza terrena possa guardare ai Carlo Ancelotti che passeggiano attorno ammirandone la vasta curiosità e la profonda mondanità, quella di uomini ultrasessantenni che non perdono tempo a scrivere dei fantomatici tempi bui che staremmo vivendo ma studiano per imparare ad ascoltare tanto gli Ibra quanto i Mario Rui a disposizione, anche perché invecchiare fa schifo (non credere a chi ti racconta il contrario) ma farlo senza diventare uno stronzo è un’arte. Anzi è l’unica arte che conti.
Sì, Napoli l’osannato tecnico di Reggiolo lo ha rigettato via a calci in culo – ma tutto sommato, giovane amico, è davvero necessario sapere cosa passa per la testa di Napoli? E in quella di qualunque altra città? La cosa più importante al mondo sei tu, la tua pellaccia – né il lungomare liberato, né le tue famose radici, né la celebre maglia da onorare. Prima dell’azzurro del cielo e del completino partenopeo esisti tu e nulla sarà mai più importante su questo pianeta – tifare è un cazzeggio, non una dottrina. Se proprio è necessario prestare ascolto, chiedi sempre di poter leggere in anticipo il curriculum di chi parla: cercare il meglio del meglio è un talento, specie perché esso, pur scarso, esiste e va scovato nuotando contro le correnti mummificate di chi ti dirà che va tutto in malora. Sono voci stentoree di chi grida aiuto perché fallire tutti assieme è meno doloroso che fallire soli. Per cui, se pensi che i falliti attorno siano tanti, usa le gambe. Esse, quando serve, sono fatte anche per scappare.
Chi ha preso il meglio e lo ha gettato nell’indifferenziata difficilmente cambierà opinione domani. Così come dopodomani. Alla fine, fargliela cambiare non è detto sia una priorità. Continuare a seguire il meglio, quello sì.