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Egonu: «L’odio social non mi cambia più l’umore. Mi dà fastidio che a volte ci si dimentichi che sono umana»

Al CorSera: «Un genitore mi definì stronza su Instagram perché avevo lasciato la figlia senza autografo, ma quel giorno ne avevo firmati un centinaio»

Egonu: «L’odio social non mi cambia più l’umore. Mi dà fastidio che a volte ci si dimentichi che sono umana»
Db Monza 09/03/2022 - CEV Champions League / Vero Volley Monza-Antonio Carraro Imoco Conegliano / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Paola Egonu

Il Corriere della Sera intervista la pallavolista Paola Egonu. Con l’Imoco di Conegliano ha vinto tutto, con la Nazionale azzurra ha conquistato un oro e un bronzo europei e un argento mondiale.

«Ho ammesso di amare una donna — e lo ridirei, non mi sono mai pentita — e tutti a dire: ecco, la Egonu è lesbica. No, non funziona così. Mi ero innamorata di una collega ma non significa che non potrei innamorami di un ragazzo o di un’altra donna. Non ho niente da nascondere però di base sono fatti miei».

Si descrive:

«Vivo sull’ottovolante, la mia giornata di relax ideale è orizzontale, a letto. Caffè tra le lenzuola, serie tv a raffica, Tik Tok, video buffi, telefonate ai miei e alle amiche. In me convivono due anime, italiana e africana, e di ciascuna di esse mi piace tutto. In campo mi porto dietro tutta me stessa, nel bene e nel male. A volte mi dico che vorrei essere normale, ma normale è noioso. Mi accetto così, sempre in viaggio sulle montagne russe».

In un’intervista al «Corriere» dopo l’Olimpiade e l’Europeo aveva parlato dei suoi attacchi di panico.

«Ne ho avuti altri, con conseguenze ancora più forti sul mio corpo. Episodi sempre legati al campo, all’allenamento o alla partita. La testa vede improvvisamente nero, il pensiero negativo ti spinge giù, ti… ammazza. Quando mi succede, mi spavento: mi piace mantenere il controllo e invece non sono più lucida. Dopo, passata la crisi, mi aiuta avere qualcuno che mi ascolta, che sa come sono fatta e che accetta le mie follie».

Parla dei social, dell’odio degli haters.

«Non mi cambia più l’umore. Gli haters li blocco, inutile perdere tempo a ragionarci. La cosa più fastidiosa è quando si dimenticano che sono un essere umano. Ricordo la frustrazione di un genitore che non aveva avuto un autografo per la figlia: sei una stronza, scrisse su Instagram. No, mi dispiace, stronza non sono: sei tu che ignori i ritmi e le esigenze della vita di una professionista dello sport. Quel giorno, dopo la partita, io di autografi ne avevo firmati cento. Al resto sono abituata».

L’Italia non è razzista, dice.

«È da un bel po’ che queste cose non mi succedono più, per fortuna. Ma l’Italia non è un Paese razzista, di persone cattive in giro ce ne sono poche. A volte noto ignoranza, che è diverso, e un po’ di superficialità».

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