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Evra e i numeri inchiodano Guardiola: non vuole giocatori di personalità e non ha mai un piano B

Un giornalista dell’Independent fa notare su Twitter che le sue squadre in Champions subiscono sempre gol in pochi minuti e crollano

Evra e i numeri inchiodano Guardiola: non vuole giocatori di personalità e non ha mai un piano B
Madrid (Spagna) 04/05/2022 - Champions League / Real Madrid-Manchester City / foto Imago/Image Sport nella foto: Josep Guardiola ONLY ITALY

Come al solito, Amazon Prime ha offerto il miglior servizio giornalistico in occasione della Champions. Nessuno ha il parterre di commentatori di Amazon Prime, in qualche modo gestiti dalla brava e simpatica Giulia Mizzoni che deve tenere testa a Seedorf, Marchisio e Evra tanto preparati quando debordanti (Marchisio meno). Evra ieri sera a fine partita non le ha mandate a dire: «Questo succede (riferendosi alla sconfitta del City che si è lasciato rimontare due gol in due minuti e tre in sei minuti) quando preferisci non avere in squadra giocatori di personalità. Guardiola vuole calciatori che seguano le sue indicazioni tattiche e non vuole i calciatori di personalità. Finisce che perdi le partite».

E dal Regno Unito su Twitter arrivava una conferma statistica della tesi di Evra, almeno per quanto riguarda le conseguenze. Il giornalista dell’Independent Miguel Delaney ha scritto che delle undici eliminazioni subite da Guardiola in Champions League, otto sono avvenute per improvvisi crolli delle sue squadre che hanno subito due o più gol in pochi minuti.

Il primo riferimento è a Inter-Barcellona del 2010, finita 3-1, con i gol del 2-1 e del 3-1 di Maicon e Milito al 48esimo e al 61esimo.

Nel 2014 allenava il Bayern e in semifinale venne travolto a Monaco dal Real di Ancelotti che in diciotto minuti segnò tre gol, due con Sergio Ramos e uno con Cristiano Ronaldo. Finì 0-4.

L’anno successivo, sempre col Bayern, venne eliminato dal suo Barcellona. Fino al 77esimo erano sullo 0-0 al Camp Nou, dopodiché subì tre reti in 17 minuti: due da Messi e una da Neymar. Al ritorno non riuscì mai a rientrare in corsa.

Dopodiché il passaggio al City.

Nel 2017, venne eliminato agli ottavi dal Monaco del giovanissimo Mbappé. All’andata vinse 5-3 ma nel primo tempo incassò due gol in otto minuti. Al ritorno finì 3-1 con gol decisivo subito al 79esimo.

Nel 2018 uscì ai quarti, travolto dal Liverpool di Klopp che all’andata archiviò la pratica con tre gol in 19 minuti.

Nel 2019 uscì ai quarti per mano del Tottenham di Pochettino che nella gara di ritorno segnò due gol in tre minuti con Son e condizionò la rimonta del Citizens. Allora, ovviamente, in caso di parità i gol in trasferta valevano doppio.

Nel 2020, nei quarti di finale, la clamorosa eliminazione con il Lione di Garcia che archiviò la pratica con due gol di Dembélé nel finale. Uno al 79esimo e uno all’87esimo.

Ieri sera, a Madrid, all’89esimo era in vantaggio di due reti. Poi ha subito due gol in un minuto, entrambi di Rodrygo. Sei minuti dopo, il terzo sigillo di Benzema e Pep a casa.

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