Facciamo che Malcuit ce lo togliamo davanti, che i limiti di Insigne sono quelli di tutti, che Spalletti resti in hotel magari con una maglia più carina
Facciamo che questa sia l’ultima puntata della stagione, facciamo che andiamo, facciamo che Malcuit ce lo togliamo davanti, facciamo che fa già troppo caldo, facciamo che i giochi sono fatti, facciamo che siamo terzi, come il terzo pensiero di Raboni, che viene dal terzo pensiero della Tempesta di Shakespeare, come il terzo uomo, il terzo elemento, il terzo emendamento (che poi qual è? Nei film si appellano quasi sempre al quinto), il terzo incomodo, isse che è il Milan, essa che è l’Inter, a noi non resta che fare ‘o malamente in questa sceneggiata che ancora chiamiamo campionato di calcio, e invece il pallone si gioca altrove, qua giochicchiamo, litighiamo, ci ammorbiamo. Soprattutto ci ammorbiamo. Facciamo che si va verso l’estate, facciamo che non ci occupiamo nemmeno di calciomercato, facciamo che compriamo al presidente una giacca che quel piumino non si può nemmeno guardare, se voleva somigliare a un tamarro ci è riuscito, ma del resto (anche se si maschera bene) un tamarro è. Perciò la tamarrata di quell’orrore regalato a Insigne, ben si presta e si presta a entrambi, una cosa mai vista per bruttezza.
Facciamo che Insigne vada ed è giusto l’applauso, i suoi limiti sono quelli di tutti, di Hamsik, di Mertens, qua hanno tutti vinto poco. Incompiuti? Non vincenti? Sì, e allora tutti. Insigne ha fatto il suo, ed è uno dei più forti calciatori che il Napoli abbia mai avuto. Perché in questi dieci anni non ne ha avuti di più forti? Guardiamo il piumino, guardiamo la piuma, guardiamo la penna che firma, guardiamo gli errori, guardiamo le possibilità che sfumano, i Politano che restano, i cross sbagliati, i punti perduti negli anni, e che li ha perduti tutti quanti Insigne? E l’ammutinamento, pagina più ridicola che triste, è colpa di Insigne? O di tutti? Per quelle giornate, ci sono ridicole responsabilità dei calciatori, certo, ma uguali della dirigenza, e – in parte – anche di Ancelotti.
Facciamo che ci occupiamo del terzino nuovo, su. Abbracciamo Faouzi, voluto bene per sempre, e così sia. Facciamo che teniamo Koulibaly, teniamo Anguissa, teniamo Lobotka (chi lo avrebbe mai detto? Il mio grazie a Spalletti), teniamo Mertens che va bene, teniamo Victor, teniamo e amiamo di più Di Lorenzo (il miglior difensore del campionato) e per il resto vediamo, vediamo il georgiano nuovo, facciamo che lo osserviamo dribblare, facciamo che ci innamoriamo di nuovo, prepariamoci a vederlo partire tra tre anni, facciamo che prendiamo Dybala (ah no, non si può, mi dicono). Peccato, sarebbe carino vederlo segnare a Torino. Ma non fate caso a me. Facciamo che prendiamo due o tre ragazzi bravi. Facciamo che piove ma non ci importa perché il Napoli vince.
Facciamo che Spalletti resti in hotel, per favore, come Bianchi. Facciamo che resti il prossimo anno, ma come si deve, con convinzione, che resti tutto l’anno, facciamo una maglia più carina? Armani so che ne sei capace.
Facciamo che decidiamo prima, siamo forti o non lo siamo? Non come quest’anno che a un certo punto quasi tutti affermavano cose come: il Napoli è forte, la rosa è completa (nonostante Petagna, Malcuit, pure contando Ounas), il Napoli può vincere. E adesso, gli stessi: Il Napoli è andato oltre le proprie possibilità, i giornali lo davano settimo, perché parliamoci chiaro con Petagna, Malcuit e Ounas dove vuoi andare. Facciamo che il posto in classifica ce lo scegliamo in estate, non sogniamo, non pensiamo, e – facciamo come me – non le guardiamo.
Facciamo che il Milan ha meritato, facciamo che pure l’Inter però, facciamo che a tratti pure il Napoli, facciamo che ci abboniamo solo alla Premier League o guardiamo la serie B, più interessante. Facciamo che io mi riseguo il Venezia in B, a prezzi più bassi. Facciamo che il Genoa torni in A, per quanto mi riguarda, anche da solo, quel gemellaggio lo mantengo, per l’affetto, per De André, per quei vicoli così somiglianti a vicoli amati.
Facciamo che facciamo meno i saputi, gli arroganti, facciamo che i tifosi non dicano più “ah, i tifosi”, facciamo che un qualunque giornalista mai stato capace di lasciare una tv locale possa dire cose come “non ha mai lasciato la sua mattonella”.
Facciamo che la poesia di Giovanni Giudici da dove arrivano tutti questi facciamo, aggiunga al viola, al rosso, al bianco, l’azzurro. Giudici non c’è più ma aggiungiamolo noi, adesso silenzio, adesso facciamo estate, adesso tacciamo.