Sul CorSera, Aldo Cazzullo riferisce un aneddoto sul rapporto dell’attaccante con il procuratore raccontato dallo svedese: «Mi strappò agli avvoltoi italiani»

Sul Corriere della Sera, Aldo Cazzullo risponde ad alcune lettere aventi ad oggetto la recente scomparsa di Mino Raiola e racconta un aneddoto riguardante il procuratore ed uno dei più grandi giocatori da lui assistito, Zlatan Ibrahimovic. Dice di esserne venuto a conoscenza dallo stesso Zlatan durante la presentazione del suo libro, Adrenalina.
“Nel bel libro scritto con Luigi Garlando, Adrenalina, Ibra definisce Raiola «amico, fratello, padre». Quando gliene ho chiesto il motivo, ha risposto: «Le racconto un episodio. A Manchester mi rompo il ginocchio. Esco dal campo con le mie gambe, rifiuto gli antidolorifici, penso che non sia niente. Invece ho il crociato a pezzi, si sono staccati tendini, muscoli: un disastro. Mino comincia a ricevere le telefonate degli avvoltoi». Chi? «Chirurghi, italiani e no, che mi vogliono operare. Studiamo la cosa e vediamo che il migliore al mondo è tale Freddie Fu, un dottore americano originario di Hong Kong, che lavora a Pittsburgh; ma per un appuntamento bisogna aspettare mesi. Pochi giorni dopo mi chiama Mino: “Ibra prepara le valigie, si parte per Pittsburgh”. Atterriamo alle 4 del mattino e andiamo subito in ospedale. Il leggendario professor Freddie Fu ci aspettava sotto l’ingresso con il suo staff. Alle 4 del mattino». Anche per questo, nei giorni in cui Mino Raiola lottava per la vita, Zlatan Ibrahimovic era al suo capezzale”.